La notte magica di Beau Howell

2013-14 Trinity Knights Winter Sports Team

Ogni giorno, quando apriamo pagine di giornali, siti e blog che parlano di sport (e molto spesso, nel 90% dei casi, quello sport è il calcio), la prima cosa che notiamo è il comportamento inadeguato dello strapagato di turno che dalla vita ha avuto tutto tranne un pizzico di umiltà; subito dopo si finisce per commentare l’atteggiamento delle varie tifoserie che riempiono gli stadi di Serie A, talvolta ammonendo uno striscione fuori luogo, un coro offensivo e chi più ne ha, più ne metta. E questo per quanto riguarda il calcio, perché la pallacanestro purtroppo si riduce a risultati e classifiche, classifiche e risultati, con qualche analisi sulle prestazioni di talune individualità che balzano anche agli occhi dei meno esperti. Difficilmente riusciamo a trovare storie che vale la pena conoscere e diffondere, e quelle volte in cui accade un qualcosa del genere la prima cosa che facciamo è quella di condividere con i propri amici e appassionati di quella disciplina, che sia calcio, pallacanestro o qualsiasi altro sport. Una storia, anzi un episodio che a mio avviso è doveroso raccontare e divulgare, per far comprendere al meglio quali debbono essere i veri valori che bisogna far emergere dallo sport in tutte le sue sfumature, è quello accaduto nella notte dell’8 marzo  a Santa Ana, in California, il cui protagonista è un ragazzo di nome Beau Howell.

Howell canestro
La festa sugli spalti interamente riservata a Beau Howell, il più acclamato della partita.

Beau Howell per molti può sembrare diverso dagli altri, ma il fatto che sia autistico non vuol dire che abbia qualcosa in meno rispetto ai suoi amici e compagni di scuola. Lui studia studia alla Trinity Classical Academy, una high school di Santa Clarita basata su un’educazione cristiana classica (non a caso si chiama Classical per via della sua Classical Christian education), e milita nei Trinity Knights, la squadra di basket della sua scuola. Il 7 marzo, al Godinez High di Santa Ana, i Trinity Knights hanno disputato la finale della California Interscholastic Federation Southern Section, Division 6, affrontando i Desert Chapel Eagles provenienti da Palm Springs.

Beau Howell
Il capitano degli Eagles da una mano ad Howell sotto canestro.

Ad un minuto dalla fine dell’ultimo quarto di gara, i Trinity Knights si trovavano 23 punti sopra i propri avversari, un vantaggio che permetterebbe a chiunque di gestire con tranquillità il risultato. Ed è qui che si realizza l’accaduto: la vittoria era ormai certa e John Brooks, coach del team di Santa Clarita, decide di far entrare il numero 4 Beau Howell. I tifosi sono entusiasti del suo ingresso sul parquet, intonando il suo nome a più riprese. Howell dal canto suo non ha mai segnato un punto in tutta la stagione e i suoi compagni di squadra stavano facendo il possibile pur di veder realizzato il suo sogno; lui ci prova, ma la palla non ne vuole sapere di entrare. A questo punto il coach avversario chiama un time-out a 30 secondi dal termine, sotto di 20 punti. Chiunque si sarebbe aspettato un acceso rimprovero dovuto al modo in cui i suoi hanno visto sfumare il titolo. E invece no: i ragazzi della Desert Chapel, dopo una breve consultazione con il loro allenatore, hanno preso la sfera con l’intento di aiutare il giovane Beau a centrare il canestro. A soli venti secondi dalla sirena, Howell realizza i suoi primi due punti della stagione. È il ragazzo più felice del mondo: alza le braccia al cielo, abbraccia uno ad uno i suoi amici, il tutto mentre i tifosi, i suoi tifosi, impazzivano di gioia come se avessero vinto il loro primo titolo NBA. Il telecronista ha elogiato a più riprese il gesto di assoluta sportività degli Eagles, lasciandosi scappare anche un’esultanza al momento del punto messo a segno da Howell.

Definirlo un semplice momento di sport è riduttivo: questa è una lezione di vita che chiunque abbia intenzione di affacciarsi in questo mondo deve pienamente apprendere. Complimenti  ad entrambe le formazioni per aver fatto vivere a Beau Howell quella che sicuramente ricorderà come la miglior partita della sua vita.

Valerio Scalabrelli – @Scalabro92

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