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NBA Playoffs 1vs1: Garnett-Valanciunas, l’esperienza contro il nuovo che avanza!

Toronto-Brooklyn sarà anche la sfida tra due centri molto diversi e molto simili tra loro: si tratta di Kevin Garnett, 211 centimetri per 114 kili in forza ai Nets, e Jonas Valanciunas, 211 centimetri per 111 kili per i Raptors. Le statistiche in questa stagione tendono tutte in favore del lituano, che ha giocato molte più gare del rivale: 11.3 punti contro i 6.5 di KG e 8.8 rimbalzi contro i 6.6 dell’ex Boston.

Hibbert vs Valanciunas

Il centro Valanciunas ha avuto un rendimento quasi inaspettato: da buon prospetto è diventato uno dei centri più interessanti della Eastern Conference, con Andre Drummond dei Pistons.

Per il 21enne lituano una rebound percentage (numero percentuale dei rimbalzi conquistati in gara)  dell’ 11.9% dei rimbalzi offensivi, 24.8% di quelli difensivi (per una media del 18.4%) nelle 81 gare in cui è sceso in campo. Contro un Garnett molto più esperto, ma anche molto più fragile fisicamente di lui, potrebbe risultare decisiva sotto canestro la sua abilità da rimbalzista e la sua esuberanza giovanile!

Kevin Garnett

Dall’altro lato Jason Kidd può contare sulla esperienza di KG che nonostante non sia totalmente integro fisicamente, e l’ha dimostrato saltando gran parte delle gare in stagione, farà pesare, e non poco, la sua esperienza in post season. Dopo le mille avventure a Boston, è pronto a regalare emozioni, con il suo compagno inseparabile, Paul Pierce, anche nella Grande Mela.

@MarkTarantino89

NBA Playoffs 1vs1: Harden-Lillard, tiri chi può!

Il tabellone dei playoffs mette uno contro l’altro James Harden, guardia degli Houston Rockets, e Damian Lillard, playmaker dei Portland Trail Blazers, in una sfida che, come quasi tutte le gare della post season in questa stagione, si preannuncia spettacolare.

harden, spurs, rockets, duncan

A fare della sfida tra Rocktes e Trail Blazers una delle gare più interessanti del tabellone è il fatto che le due compagini non hanno avuto difficoltà a qualificarsi alla post-season, arrivando rispettivamente quarta e quinta. A fare la differenza tra le due squadre, che nel corso della stagione hanno fatto registrare lo stesso record (54-28), è stato il miglior andamento di Houston negli scontri diretti con Portland. A contribuire, in maniera massiccia, alla buona stagione dei texani è stato proprio Harden, che con 25.4 punti (45.6% dal campo e 86.6% dalla lunetta), 4.7 rimbalzi e 6.1 assist, ha garantito un rendimento costante alla squadra di McHale, che ha potuto avvalersi anche della buona annata di Howard e Parsons.

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Per Portland, invece, a risultare decisivo è stata decisiva la regia di Damian Lillard, Rookie of the Year 2013, che questa stagione ha trovato la sua conferma, aiutando Aldridge in maniera decisiva. Statisticamente il playmaker dei Trail Blazers è leggermente in svantaggio rispetto alla guardia di Houston, avendo fatto registrare 20.7 punti (42.4%), 3.5 rimbalzi e 5.6 assist. Il dato curioso, che accomuna i due è la percentuale al tiro da tre punti, che vede Lillard avere il 39.4% (6.8 tentativi per partita), mentre Harden il 36.6% (6.6 tentativi per partita). Senza dubbio McHale e Stotts avranno in mente più di uno schema per sfruttare le mani, bollenti, dei due. Così come entrambi avranno qualcosa in mente per fermare l’avversio più pericoloso. La cosa centra è che, a meno di clamorose defezioni, e/o prestazioni negative di una o dell’altra squadra, la serie tra Rockets e Trail Blazers si prospetta come la più interessante, insieme a quella che vede messi a confronto i Warriors ed i Clippers, del tabellone occidentale, viste anche il numero di giocatori di alto livello che scenderanno sul parquet, come ad esempio Aldridge e Batum, per Portland, e Howard e Parsons, per Houston.

Non ci resta altro che mettersi davanti allo schermo, possibilmente con popcorn e bibita, e godersi lo spettacolo.

Per Dunk NBA,
Shedly Chebbi (@shedly7)

NBA Playoffs 1vs1: Al Jefferson-James, titani a confronto!

Non si può certo dire che i Miami Heat abbiamo “aggredito” la stagione regolare appena conclusa.
Sembra più che l’abbiano “lasciata passare”, convinti di poter vincere ai playoffs anche senza la testa di serie numero uno.
Philadelphia 76ers v Miami Heat

Riley e Spoelstra hanno pensato di più a salvaguardare la salute dei propri giocatori che al record, ottenendo comunque un 54-28 di tutto rispetto e la seed numero 2 nella Eastern Conference. Ma c’è un giocatore a cui Miami non ha potuto rinunciare e che ha passato più minuti sul campo di tutti i suoi compagni, il solito LeBron James. Nonostante le tante parole spese durante l’anno, la sua stagione per media punti, 27.1, e percentuale dal campo, 56.7%, è la migliore da quando veste la maglia della città del sole. Condita con 6.9 rimbalzi, 6.4 assist e 1.6 palle recuperate, che confermano la totale completezza su un campo da basket del ragazzo di Akron. Un dato offensivo impressionante è la percentuale di realizzazione che ha negli ultimi 3 metri da canestro, un mostruoso 75% con 673 conclusioni, frutto di penetrazioni e gioco i post basso, sempre più utilizzato da LBJ. La percentuale da tre in stagione è del 38%, non la migliore della carriera ma comunque notevole. Percentuale che però sale al 55% se scorporiamo i tiri da tre presi dagli angoli, che considerato il gioco degli Heat, sono quasi sempre tiri non contestati e che arrivano dagli scarichi. E qui si lega anche il discorso degli assist, Le Bron, infatti, può permettersi di essere colui che passa negli angoli per i tiratori o di esserne il destinatario.

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I Charlotte Bobcats sono stati per anni una delle peggiori squadre della Lega, arrivando ad essere la peggiore della storia nella stagione 2011/12, quando hanno toccato la più bassa percentuale di vittorie di sempre. Durante l’ultima estate però, hanno aggiunto a Kemba Walker e Michael Kidd-Gilchrist due tasselli che hanno fatto fare il salto qualità alla squadra, il coach Steve Clifford, che ha lavorato per molto tempo al fianco di Jeff Van Gundy, e l’ala grande, ex Utah, Al Jefferson. Hanno imparato a vincere le partite durante la stagione e hanno avuto il secondo record ad Est (20-9) dopo la pausa dell’All Star Game. Questo gli ha permesso di raggiungere le 43 vittorie, il settimo posto e quindi, playoffs!! Al Jefferson ha avuto la sua miglior stagione dal 2008/09, quando ancora vestiva la maglia dei Minnesota Timberwolves, segnando 21.8 punti di media con il 51% dal campo e 10.8 rimbalzi, il tutto giocando 35 minuti a partita. Ha finito la stagione in crescendo, ha chiuso i mesi di marzo ed aprile con 24.5 punti e quasi 12 rimbalzi di media conducendo i Cats nella vittoria di 16 partite su 24. Jefferson è un centro che prende la maggior parte dei suoi tiri dentro l’area, che realizza con il 62%. Ha una discreta mano anche dai 4.5 metri, soprattutto dal lato destro del canestro dove ha il 47% abbondante. Non molto affidabile, invece, dai 5-6 metri, solo il 34.8%.

Le Bron e Miami non dovrebbero avere grossi problemi a passare il turno, ma grazie ad Al Jefferson e Kemba Walker, i Bobcats potrebbero “strappare” una vittoria ed interrompere così la striscia perdente di 16 partite consecutive contro gli Heat.

Alberto Vairo (@albicoach)

NBA Playoffs 1vs1: Noah vs Wall, due giocatori eclettici a confronto!

Una delle sfide più equilibrate tra quelle in programma previste per il primo round dei playoffs 2014 vedrà di scena la quarta forza di Est, i Chicago Bulls, contro la quinta, i Washington Wizards.
Le due franchigie non hanno avuto molti problemi per raggiungere la fase finale ed hanno vissuto una stagione abbastanza lineare, senza troppi alti e bassi e sono state sempre (o quasi)presenti nella zona playoffs)! I due giocatori chiave per le due squadre hanno qualcosa in comune, l’assist nel sangue, ma due ruoli completamente diversi: il primo, francese, Joakim Noah, è un centro (un centro??!?!?!) mentre il secondo, made in USA, è uno che ha il passaggio decisivo come marchio di fabbrica, John Wall, una point guard.

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Il numero 13 dei Chicago Bulls è il cuore e l’anima della squadra di Thibodeau: l’head coach, ex coach difensivo dei super Boston, ha trovato nell’Illinois la sua nuova casa, dove predicare una difesa impenetrabile, negli ultimi 5 anni sempre tra le migliori della lega.
Per effettuare il suo gioco Thibo ha bisogno di un centro atipico, che non punti sul giocare in post basso, ma che sfrutti la sua polivalenza, il suo atletismo per fare punti, recuperare rimbalzi e realizzare assist per i compagni e Noah, incarna questa tipologia moderna di centro alla perfezione. Per il francese numeri da capogiro prima, mentre e dopo l’infortunio di Rose: 12.6 punti, 11.3 rimbalzi e 5.4 assist per gara di media, che lo rendono il pericolo pubblico numero uno per le difese ed il muro più grande da valicare per la fase offensiva avversaria. 900 sono i rimbalzi in questa stagione complessivamente, 431 gli assist, 99 le palle rubate, 121 le stoppate, numeri che confrontati allo scorso anno ci fanno vedere un Noah completamente re inventato da Thibodeau: quasi +200 rimbalzi il doppio degli assist, +20 nelle palle rubate e soltanto nella sezione stoppate ha avuto un (lieve) calo rispetto alla scorsa stagione.

Dall’altra parte non ci sarà un playmaker qualunque ma uno dei più eclettici e più alti (per il ruolo che ricopre): John Wall, 193 centimetri di velocità allo stato puro!
L’unione tra la sua velocità e la sua altezza gli permettere di dare una grossa mano alla squadra anche quando si tratta di difendere e non solo nella creazione del gioco: 4.1 sono i rimbalzi raccolti dal #3 dei Wizards, la maggior parte dei quali in difesa.
In stagione ha trascinato con il suo fedele compagno, l’altro talento cristallino di Washington, il fragile Bradley Beal, i compagni a dei playoffs relativamente tranquilli: per lui 19.3 punti, 4.1 rimbalzi ed 8.8 assist di media, che lo rendono davvero molto completo, come il suo avversario nei Bulls.
L’eclettismo non manca ai due talenti che cercheranno di superare il primo round per affacciarsi alle semifinals, dove ad attendere il vincitore ci saranno, con ogni probabilità, i primi della classe, gli Indiana Pacers di Paul George!

@MarkTarantino

NBA Playoffs 1vs1: Steph Curry-CP3, scontro tra PG

Domani sera vedremo andare in scena una sfida dal tasso tecnico ed atletico di primo piano, tra due delle migliori Point Guard della National Basket League: Stephen Curry e Chris Paul, che scenderanno da avversari sul parquet dello Staples Center di Los Angeles nel game 1 della serie dei playoffs che vede contrapporsi Warriors e Clippers.

Los Angeles Clippers v Golden State Warriors

La “seconda squadra di LA” si è qualificata a questi playoffs come terza forza dell’ovest (rischiando di soffiare il secondo posto in extremis ad OKC), dopo una stagione cominciata bene e finita meglio, sotto l’egida di Doc Rivers e grazie ai colpi di un Blake Griffin definitivamente esploso nella sua forza disarmante, servito a dovere da un grandioso CP3, che ha saputo piazzare giocate magistrali, assicurando poi anche continuità e punti. I Warriors, dall’altra parte, hanno basato molto del loro successo sugli Splash Brothers,  la coppia Curry-Thompson, che ha spesso risolto le pratiche più scottanti per il team di Mark Jackson, ben supportata dalle solide prestazioni di Iguodala, Lee, O’Neal e Bogut, che però starà fuori durante la prima face dei playoffs per una frattura ad una costola. I guerrieri di Oakland si sono qualificati come sesti della Western Conference, con un record di 51 vittorie e 31 sconfitte: Jackson ha saputo creare in pochissimi anni un team dinamico, concreto, giovane ma in grado di competere con i maggiori team della lega. Un ostacolo durissimo, dunque, per la squadra di Rivers, data comunque per favorita.

curry chris paul

Una chiave di lettura per la serie che vede GS  e LAC avversarie nei PO, può essere proprio l’osservazione delle due PG: Chris Paul viene da più parti considerato il play migliore della lega, e le sue giocate lo testimoniano. 19.1 punti e 10.7 assist a partita, nella stagione 2013/2014, che migliorano fino ad arrivare a 28 punti e 12.6 assist a partita nelle gare contro i Warriors (CP3 ne ha giocate 3/4). La sua capacità di demolire le difese avversarie, con la sua straordinaria mobilità e vivacità, potrebbero far fuori qualsiasi avversario: se CP3 sta in partita, per i Warriors il gioco si fa davvero duro, perchè è l’esperienza quella che ancora manca a Curry e compagni, a differenza del trio Jordan-Paul-Griffin.

curry paul

Dall’altro lato Steph Curry vanta 24 punti e 8.5 assist a partita in stagione (22 punti e 9.5 assist nelle sfide contro i Clippers), con una regolarità al tiro che fa invidia ai più grandi della storia della NBA: è stato il primo a mettere a segno più di 250 triple a stagione per due anni consecutivi, registrando un 47.1% al tiro dal campo e un 42.4% al tiro da tre ( contro i 46.7% e 36.8% di Chris Paul). Purtroppo Curry pecca ancora nelle palle perse, mentre le palle rubate sono una peculiarità di Paul: il play di Los Angeles potrebbe tentare di sfruttare questo punto debole dell’avversario, come ha fatto nella prima gara di season contro i Warriors, che  ha visto ben 11 palle perse per Curry e 6 steals per CP3.

paul curry

Un ultimo dato statistico: l’ultima volta che due Point Guard con una media punti più alta di 19 punti per gara si sono affrontate ai playoffs era il lontano 1991, e quelle due PG erano Magic Johnson e Tim Hardaway Senior. Questo è l’ultimo di una lunga serie di dati che ci indicano quanto Los Angeles Clippers VS Golden State Warriors possa davvero essere la più entusiasmante serie playoffs di quest’anno.

 

V. Sanfilippo, @sanfi_fm

NBA Playoffs 1vs1: ZiBo-KD, la sfida si ripete

La regular season 2013/14 dei Memphis Grizzlies si è conclusa in modo a dir poco scoppiettante. Infatti, nelle ultime due partite stagionali, non solo hanno agguantato i Playoffs vincendo lo scontro diretto contro i Suns, ma si sono conquistati anche la settima posizione battendo nell’ultima, decisiva, partita i Dallas Mavs. Così facendo, ci hanno regalato il remake della semifinale della Western Conference del 2013, andando ad incontrare in questo primo turno la seed numero 2, gli Oklahoma City Thunder! Un secondo turno, quello dello scorso hanno, che ha regalato non poche emozioni, vedendo gli sfavoriti Grizzlies sconfiggere OKC, seppur orfana del playmaker titolare Russel Westbrook. Grande sfida fu quella tra Kevin Durant e Zach Randolph, sfida che si riproporrà anche già da domani notte.grizzlies thunder

Kevin Durant ha avuto la sua miglior stagione da quando è approdato tra i professionisti, che gli permetterà di alzare al cielo il suo primo trofeo di MVP. Le sue cifre sono da capogiro, con medie impressionanti, 32 punti, 7,4 rimbalzi, 5,5 assist. Il tutto con il 50,3% dal campo, il 39% da tre e l’87% ai tiri liberi. Ha battuto il record di Michael Jordan per partite consecutive con almeno 25 punti segnati ed ha avuto in gennaio il suo mese migliore raggiungendo i 36 punti di media con il 55% dal campo ed un mostruoso 43,6% da tre punti. Ha tenuto in piedi Oklahoma da solo, vista l’assenza di Westbrook, e ha inserito alcuni movimenti nuovi nel suo già ricco repertorio, tipo il tiro sulla gamba “sbagliata” di Nowitzki, che lo ha reso non contenibile da qualsiasi essere umano sul pianeta.

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Dall’altro lato troviamo Zach Randolph. La sua stagione, per le statistiche, è migliore di quella passata. Ha avuto 17,4 punti di media (contro i 15,4 del 2013), 10 rimbalzi e 2,5 assist. Ha tirato con un buon 46,7% dal campo e i 74% i tiri liberi. Ma quello che fa ZiBo sul campo da basket è spesso non conteggiato nelle statistiche. La sua difesa in post basso è commovente. L’atletismo non è mai stato la sua caratteristica principale, anzi, spesso sovrappeso e con un’elevazione imbarazzante riesce comunque a recuperare rimbalzi e stoppare, semplicemente “prendendo il tempo” agli avversari e grazie al suo movimento di piedi da ballerino (asurdo per un uomo di quella stazza fisica) in attacco spiega pallacanestro. Mano sinistra morbida come la seta, ha un tiro affidabile anche dai 5 metri. Nelle ultime due partite di RS, dove contava solo vincere, ne ha messi 32, con il 60% dal campo,a Phoenix, e 27 (FG 50%) contro Dallas. Si esalta quando conta.grizzlies-thunder-ibaka-randolph

La serie sarà infuocata, con OKC naturalmente favorita con Durant in missione alla conquista dell’anello, ma occhio all’orgoglio dei ragazzi di Memphis e al cuore di Zach “ZiBo” Randolph.

Alberto Vairo
(@albicoach)

NBA Playoffs 1vs1: Belinelli-Nowitzki, il tiro da tre nel sangue

Il 17 Aprile scorso si è chiusa la regular season 2013-2014: verdetti sorprendenti, spettacolo, colpi di scena hanno caratterizzato anche questa stagione NBA.

Tra le varie franchigie che vedremo darsi battaglia per vincere l’Anello, ci sanno, in un derby tutto texano, i vice campioni in carica dei San Antonio Spurs contro i Dallas Mavericks. Tony Parker, Manu Ginobili, Tim Duncan, anche quest’anno il Trio delle Meraviglie saranno i pilastri della squadra e se la vedranno contro il tedesco terribile Dirk e Monta Ellis, guardia arrivata da Milwaukee.
Belinelli vs Nowitzki

Coach Greeg Popovich ha dalla sua un asso nella manica che potrebbe cambiare di certo le sorti della serie  con i suoi tiri da tre punti: parliamo di Marco Belinelli.
L’italiano, dal 2007 in NBA, è esploso quest’anno proprio con la maglia degli “Speroni”, con cui si è regalato le emozioni più grandi, vincendo l’NBA Three-point Shootout all’All Star Game Weekend 2014. Nonostante delle “opache” prestazione nelle ultime partite, il Beli, partendo in quintetto base o dalla panchina, potrebbe dar davvero quel contributo per centrare il titolo che l’anno scorso è mancato per poco.
Per il #3 di San Antonio 11.4 punti di media nella regular season, 2.8 rimbalzi e 2.2 assist per gara: 293 punti sono arrivati da tiri da tre punti, specialità in cui ha chiuso con il 43% di efficienza la stagione.

Dall’altra parte invece, coach Rick Carlisle punterrà sull’usato garantito in fatto di tiri da tre punti: il tedesco Dirk Nowitzki, ormai entrato nella storia dell’NBA e nei cuori di tutti, guiderà ancora una volta i suoi Mavs verso il titolo, vinto già nel 2011.
Per il #41 le statistiche dicono che è ancora il leader indiscusso dei Mavericks: 21.7 punti, 6.2 rimbalzi e 2.7 assist per gara! Dirk ha regalato ai suoi tifosi ben 329 punti da tre punti, con il 39.8% di efficienza.
Lo spettacolo comincia, e che battaglia sia!

Mario Ramogida,
@marioramogida