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Il curioso caso di Anthony Bennett

Mauro Maialetti,

per Dunk NBA

 

Che il draft 2013 non passerà agli annali per esser stato un draft zeppo di campioncini è ormai assodato.

Ma rimangono molti dubbi sulla prima scelta esercitata dai Cleveland Cavaliers : Anthony Bennett.

Primo canadese ad essere prima scelta assoluta di un draft, alto 203 centimetri per 109 kilogrammi di peso, ha iniziato la propria carriera cestistica a livello di high school presso la Mountain State Academy di Beckley per poi trasferirsi alla Findlay Prep High School.

Ha disputato una sola stagione di college alla University of Nevada di Las Vegas, prima di rendersi eleggibile per il Draft.

Durante questa stagione il canadese ha disputato 35 incontri partendo spesso come ala e, saltuariamente, come ala piccola.

La sua media nel college era di 16.1 punti e 8.1 rimbalzi a partita, nonostante una media di minuti giocati abbastanza bassa (27.1).

Percentuali al tiro : 53.3% dal campo e 37.5% dalla lunga distanza.

Nel frattempo patisce i primi disturbi fisici alla spalla che verrà successivamente operata.

Attualmente Bennett ha una media di 2.4 punti a partita con una percentuale dal campo del 27.7% tanto da diventare, provvisoriamente, il peggior inizio di stagione per una prima scelta assoluta.

Come detto, le alternative al canadese non erano cosi numerose. Ma probabilmente qualcosa di meglio si poteva fare in casa Cavs.

Sicuramente Cleveland sorprese tutti scegliendolo come prima scelta a discapito del favorito Victor Oladipo, pescato come seconda scelta dagli Orlando Magic.

C’erano anche il promettente Nerlens Noel(attualmente infortunato al ginocchio) e il sorprendente Michael Carter-Williams (undicesima scelta, pescato dai 76ers) che tutt’oggi è probabilmente il migliore di quest’ultimo draft.

Attualmente i ragazzi di coach Brown sono lontani dai playoff e recentemente è stato ceduto Bynum in cambio di Loul Deng (ex Bulls).

Durante una recente intervista lo stesso coach ha dichiarato che Anthony,anche grazie alla partenza di Bynum, troverà piu spazio sul parquet e migliorerà notevolmente le sue prestazioni.

Non che sia cosi difficile migliorare, intendiamoci… Ma la domanda che rimane è : sarà veramente cosi?

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Anthony Bennett e il peso di essere la prima scelta: sveglia Cavs o perderete un talento!!

Anthony Bennett, la prima scelta assoluta del Draft 2013, sta attraversando un periodo molto difficile: un ambientamento duro per il ragazzone di 2 metri e 3 centimetri di Las Vegas, che nonostante lo scarso minutaggio, nell’ultima sfida dei Cavaliers contro i Wizards, è  stato addirittura fischiato dai propri tifosi, dopo una tripla mancata.

ANthony BennettE’ pur vero che le sue statistiche sono impietose con 1,3 punti, 2,5 rimbalzi e 0.3 assist di media per gara, ma fischiarlo dopo una tripla sbagliata è molto da sopportare, forse troppo, per un classe 1993 alla prima esperienza in NBA: per questo motivo i media d’oltreoceano si stanno chiedendo come mai non venga mandato nella lega di sviluppo, la D-League, per non bruciarlo del tutto visto che sembra evidente che non sia ancora pronto per giocarci.

Il ventenne ragazzone del Nevada sta pagando il fatto di essere stato scelto come primo assoluto nel Draft e per questo i Cavs prima di mandarlo in D-League vogliono valutare bene se possa dare un contributo in NBA, ma appare evidente dopo i fischi dei suoi supporters che potrebbe essere una arma a doppio taglio questo prender tempo.

BennettNon ci sia aspettava la sua candidatura prima della 7ema scelta, e questo voler forzare la mano da parte di Cleveland potrebbe essere pagata caro sia dalla franchigia, che potrebbe aver gettato al vento la “prima scelta”, e per il giocatore che potrebbe portarsi addosso questa pesante eredità come un macigno: speriamo che non sia il suo caso e che riesca a ritagliarsi lo spazio che merita in NBA, non partendo dalla panchina e collezionando pochissimi minuti, oppure che trovi le giuste motivazioni per rimettersi in gioco in D-League, seguendo le orme di Reggie Jackson con gli Oklahoma City Thunder.

 

Marco Tarantino

L’ascesa di Brooklyn passa per Boston

Finisce l’era dei Boston Celtics di Paul Pierce, Jason Terry e soprattutto della stella Kevin Garnett che ha ottenuto un titolo NBA ottenuto nella stagione 2007-08 con Boston , il titolo di MVP della regular season 2003-04 quando ancora militava nei Minnesota Timberwolves;
inizia quella dei Nets di Brooklyn coach Jason Kidd, la leggenda dell’Nba, che potrà contare sul playmaker Deron Williams e sulle nuove stelle Pierce e Garnett. 

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La squadra di Prokhorov e Jay-Z dopo essersi trasferita nel 2012 a Brooklyn continua il suo progetto di rafforzamento: il quintetto Deron Williams, Joe Johnson, Brook Lopez e i due nuovi arrivi Garnett e Pierce promette spettacolo.

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Dopo aver centrato i play-off nella stagione appena terminata, cosa che non accadeva dal 2006, i Nets chiudono al quarto posto della Eastern Conference ma escono sconfitti contro i Chicago Bulls di Derrik Rose, assente però per infortunio, grazie al 4-3 per la squadra di Chicago,questa sconfitta porta al nuovo corso: via Peter Carlesimo, e dentro Jason Kidd.
Nella notte del Draft 2013 poi il grande salto: lo scambio con la società del Massachusetts che chiude l’era dei Big Three, scontata ma con la sorpresa che Pierce e Garnett non finiscono con l’ex coach Doc Rivers ai Clippers di LA ma a Brooklyn.
In cambio a Boston vanno Jason Terry a Brooklyn, mentre Boston acquisisce Gerald Wallace, Tornike Shengelia, Reggie Evans, il contratto in scadenza di Kris Humphries e tre future prime scelte nel 2014, 2016 e 2018: il 10 luglio lo scambio verrà reso ufficiale.
Il quintetto di base dei Nets è molto competitivo ma la poca esperienza di coach Kidd lascia i bookmakers incerti sull’esito della prossima stagione. 
Nella notte anche il Draft con la vera sorpresa Anthony Bennet come prima scelta assoluta da parte dei Cavaliers di Cleveland, primo canadese ad essere chiamato alla numero uno, con  invece Brooklyn che si assicura con la 22esima scelta Mason Plumlee dall’università Blue Devils di Durham nel Carolina del Nord. 
Il prossimo anno promette scintille per i Nets ed un anno di ricostruzione per Boston. 

Marco Tarantino

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