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Suns @ Clippers 107-88, Dragic trascina Phoenix

Dopo aver vinto contro i Jazz i Clippers ospitano i Suns, reduci dalla vittoria contro i Seventysixers. Allo STAPLES Center di Los Angeles ci si aspetta una grande partita, ma i Clippers deludono le aspettative e regalano ai Suns una vittoria abbastanza comoda. Nel primo quarto, di fatto il periodo più equilibrato, Phoenix passa subito in vantaggio e nei primi 114 secondi il parziale è di 9-0. Il quarto vede i padroni di casa rimontare fino a portarsi sul risultato di 30-24. Il secondo periodo vede i Clippers crollare, soprattutto sotto il punto di vista realizzativo, ed i Suns prendere il largo con Dragic assoluto protagonista. Il risultato su cui si va all’intervallo lungo è 61-40, ma i numeri su cui coach Rivers dovrà riflettere è il parziale del secondo quarto: 31-16. Alla ripresa del gioco la musica non cambia e i Suns sembrano aver ripreso da dove avevano lasciato, così come Los Angeles che mostra una imprecisione sotto canestro quasi imbarazzante quando in campo ci sono giocatori come Griffin e Paul. Il quarto, ed ultimo, periodo si apre sul risultato di 88-59, risultato che permette a Hornacek di svuotare la panchina nel finale. 107-88 il risultato finale. Per i Suns grande prestazione di Dragic che realizza 26 punti e serve 8 assist. Da segnalare anche la buona prova di Gerald Green, autore di 21 punti dalla panchina.

dragic
Per i padroni di casa, da segnalare soltanto di 15 punti segnati da Griffin e Crawford nonostante le scarse prestazioni ed i 19 rimbalzi presi da DeAndre Jordan.

griffin paul

Clippers-Blazers 112-116 : continua la favola Portland

Emozioni a non finire al Rose Garden di Portland dove i leader della western Conference ospitavano i Clippers reduci dalla sconfitta subita contro Golden State. La partita rimane in costante equilibrio, con le squadre che tentano il sorpasso più e più volte senza mai riuscirci definitivamente. L’allungo però arriva nel terzo quarto quando i Trail Blazers con le triple di Lillard (14 punti in 41 minuti) e Matthews (19 punti con un 9/22 dal campo) raggiungono il + 6 costringendo Doc Rivers a chiamare un timeout. La risposta di Los Angeles è immediata. Paul e Griffin infatti cercano di risanare lo strappo con giocate semplici ed efficaci ma i Blazers mantengono sempre un vantaggio di almeno 5 punti fino alla fine del periodo.
Nell’ultima frazione Portland si dimostra la solita macchina da guerra e riesce con un long two di tabella di Aldridge a portarsi in vantaggio in doppia cifra 77-88. Los Angeles in ogni caso non va k.o. Infatti con una rabbiosa reazione guidata dalle sue stelle si porta sul meno tre e con una tripla di Jamal Crawford (autore di 21 punti) impatta la partita sul 91 pari. Da questo momento in poi la pressione è alta e l’equilibrio viene spezzato solamente dalle giocate celestiali di Chris Paul (34 punti con 16 assist) che con 6 punti in fila porta i sui sul +3 con 9 secondi da giocare. Dall’altra parte però Batum non ci sta a perdere e mette a referto 3 dei suoi 19 punti mandando la partita all’overtime e facendo impazzire il Garden di Portland.

Houston Rockets v Portland Trail Blazers
Il tempo supplementare vede al comando un solo uomo LaMarcus Aldridge che chiuderà con 32 punti e permetterà ai suoi di ottenere la 24esima vittoria stagionale. Vano il tentativo di Paul e Griffin (35 punti e 11 rimbalzi) autori di una partita strepitosa ma aiutati poco dai loro compagni di squadra (20 punti in totale non considerando i 21 di Crawford).
La W permette a Portland di mantenere saldo il primato ad ovest portandosi ad una vittoria di distanza da OKC. Dall’altra parte LAC rimane al 4° posto con molti rimpianti per le ultime sconfitte subite.

Da notare in casa Portland: la prestazione sotto tono di Lillard (4/12 da 2, 2/5 da 3, 4 assist e 14 punti)

Da notare in casa Los Angeles: l’apporto negativo degli “altri” (20 punti non considerando Paul, Griffin e Crawford) e la carestia a rimbalzo (solo 48 rimbalzi contro i 60 di Portland).

S.L.

NBA results: Natale amaro per Spurs e Clippers, grandi Bulls e Thunder, i Lakers ci mettono il cuore ma non basta

Grandi gare nella notte NBA, non ai livelli degli scorsi incontri di Natale per via dei numerosi infortuni che hanno colpito soprattutto i Bulls e i Lakers (Rose e Bryant su tutti), ma nonostante questo le sfide sono state molto interessanti: a Brooklyn i Bulls hanno dimostrato tutti i limiti dei Nets in fase offensiva e difensiva, chiudendo con un rotondo 95-78, con Deron Williams e compagni ritornati ormai definitivamente con i piedi per terra, e Jason Kidd delegittimato del proprio ruolo. La seconda sfida è una gara a senso unico: i Thunder stracciano i New York Knicks nella propria casa, chiudendo con un Westbrook in triple double, e  Ibaka e Durant irresistibili.
Le altre sfide sono le più emozionanti: a Los Angeles i Lakers privi di Nash, Blake e Kobe, provano l’impresa ma devono fermarsi davanti allo strapotere fisico e tecnico dei Miami Heat, che non entusiasmano ancora per il gioco ma hanno un Lebron James che fa la differenza anche quando è in giornata no.
Il Derby del Texas se lo aggiudicano a sorpresa gli Houston: un grande Harden con super Parsons che nel primo quarto tira quasi al 100% da 3 e da 2, regalano una gioia ai tifosi dei Rockets passando per 111-98. L’ultima sfida è la più emozionante con la vittoria di Golden State su LA, sponda Clippers: Bogut, Curry e Thompson fanno la differenza in una gara molto nervosa ma spettacolare, in cui Griffin finisce sotto la doccia per una espulsione dopo una semi rissa con Bogut e nel finale anche CP3 se la prende con il gigante dei Warriors dopo la sconfitta al fotofinish e la super stoppata di Thompson sul play di Doc Rivers.

NBA: Houston Rockets at San Antonio Spurs

Ecco tutti i risultati:
Bulls-Nets 95-78
Thunder-Knicks 123-94
Heat-Lakers 101-95
Rockets-Spurs 111-98
Clippers-Warriors 103-105

NBA preview/2: Derby texano a San Antonio, a notte fonda lo show con Curry vs CP3

Le ultime due gare della Notte NBA sono quelle più spettacolari e incerte: gli Spurs ospitano i Rockets nel derby del Texas, con tante super stars in campo ad illuminare San Antonio, mentre ad Oakland i Golden State Warriors di Curry chiudono le gare natalizie contro i Los Angeles Clippers di Doc Rivers.

Alle 8:00 PM ora locale San Antonio si ferma: arrivano i Rockets da Houston, guidati dalle H&H per la grande sfida texana. Gli Spurs sono la terza forza di Ovest dopo i Blazers di Aldridge e Lillard ed i Thunder di KD e Russel Westbrook: le vittorie sono 22 mentre le sconfitte sono soltanto 6 per Popovich ed il suo roster guidato dal solito Tony Paker, migliore a punti con 18.1 e ad assist con 6.2, ma quello che impressiona della franchigia di San Antonio è il gioco di squadra e la maestria con cui ancora il tecnico “storico” riesce a far girare i suoi Spurs, anche quando non c’è la fantasia di Paker, o non c’è Tim Duncan a dominare sotto canestro, o manca Ginobili, che dalla panchina fa ad ogni gara la differenza. Buonissimo l’avvio di stagione per Belinelli, che sta dimostrando di essere pronto al grande salto come ha dichiarato lo stesso head coach degli Spurs.
I Rockets invece vengono dalla dura sconfitta contro Dallas, nell’altra sfida del Texas per 111-104 con cui hanno perso terreno sulle prime franchigie della Western Conference: sono in piena lotta playoff ma serve una vittoria per ricominciare ad ingranare. James Harden, #13 guida per media punti ed è sicuramente l’uomo da tenere d’occhio vista la sua media di 23.9 punti e 5.6 assist, mentre Howard guida sotto canestro la franchigia con 13.2 rimbalzi raccolti e 1.9 di palle bloccate.
Gara molto aperta, visto che l’ultima sfida a San Antonio è finita 112-106 per i Rockets: gli Spurs bramano vendetta!

Spurs-Rockets

Nell’ultima sfida che chiude il Natale con la NBA i Clippers, la quarta forza ad Ovest, con 22 vittorie e 9 sconfitte sono ospiti di Stephen Curry ed i suoi Golden State Warriors ad Oakland: per i Warriors c’è la possibilità di accorciare la distanza dai battistrada della Western Conference, in ottica playoff, visto l’avvio non ottimale con 16 vittorie e ben 13 sconfitte. L’ultima sfida tra le due franchigie si è svolta a Los Angeles dove i Clippers l’hanno spuntata per 126-115 in una gara molto equilibrata: questa volta si inverte campo ed in casa i Warriors vanno molto bene con 9 vittorie e 4 sconfitte.
Stephen Curry è il migliore per media punti con 23.9, di tre punti superiore a Blake Griffin con 20: a rimbalzi la sfida è tra Bogut, a 10.6 e DeAndre Jordan 13.1, mentre il gioco sarà guidato dai due playmaker tra i migliori in circolazione, ovvero Chris Paul con 11.3 assist, e il noto già noto Curry, con 9.2.
Gara molto equilibrata, ma i Warriors sembrano favoriti, vista la buona vittoria contro i Denver Nuggets ed il fattore casa: aspettarsi un punteggio molto superiore ai 100 punti per squadra.

Curry vs Bledsoe

NBA focus on Suns: Bledsoe e Dragic danno la qualità, Plumlee la forza

I Suns con una media di vittorie dello 0.583%  occuperebbero la terza piazza dietro Pacers e Heat, se li spostassimo idealmente nella Easter Conference: ma visto che Phoenix si trova in Arizona, in piena Western Conference, attualmente Bledsoe, Plumlee e compagni si devono accontentare del  7° posto della Conference e del secondo posto della Pacific Division, davanti ai Golden State Warriors e in scia dei Los Angeles Clippers di Doc Rivers e Chris Paul.
Dire che i Suns siano una sorpresa è dire poco, vista anche la presenza di super team ad Ovest, come i Timberwolves o i Golden State che per adesso devono inseguire Denver (8°) e Phoenix nella corsa ai playoff: vediamo come è stato possibile questo eccitante avvio di stagione dopo l’ultima sfortunata stagione.

 

Phoenix Suns

 

Dopo la fine dell’era di Steve Nash nel 2012, quando diventò free agent (per poi accasarsi ai Lakers in cambio di alcune prime scelte), la squadra dell’Arizona ha faticato e non poco a ritrovarsi e nell’ultima stagione ha toccato il fondo del barile, classificandosi ultimi nella propria Conference, e quartultimi nella classifica generale della Lega con un bilancio da film horror di 25 vittorie e 57 sconfitte.  Dopo l’addio di Alvin Gentry in questa stagione a guidare la franchigia all’US Airways Center di Phoenix ci pensa Jeff Hornacek, per due anni vice allenatore degli Utah Jazz, e pronto al grande salto di qualità.

 

Il centro del quintetto di Hornacek non è più il polacco Gortat, finito ai Washington Wizards, ma il classe ’88  Miles Plumlee:  il ragazzo di Fort Wayne, fratello di Mason (in forza ai Brooklyn Nets), è stato selezionato come 26esima scelta assoluta del Draft 2012 dagli Indiana Pacers, dopo aver vinto il campionato NCAA con la maglia dei Duke Blue Devils. Un anno di D-League per lui e poi il ritorno definitivo in NBA con i Phoenix Suns, con cui sta dimostrando di avere un ottimo potenziale diventando di fatto un pezzo insostituibile del roster di Hornacek.

 

English: Phoenix Suns Game at US Airways cente...
English: Phoenix Suns Game at US Airways center on Oct. 16, 2009 (Photo credit: Wikipedia)

 

A dare qualità al quintetto ci pensa Eric Bledsoe: “Little Bron” ha avuto una trafila simile a quella di Plumlee; dopo essere stato selezionato dai Clippers è infatti stato spedito per un anno in D-League per poi trovare il rilancio a Phoenix con i Suns. Con lui nella posizione di playmaker agisce simultaneamente o si sostituisce Goran Dragic: classe ’86 il giovane sloveno selezionato dagli Spurs già nel 2008, ma girato subito ai Suns che decidono di farlo crescere all’ombra della super star Steve Nash come playmaker. Scambiato con Aaron Brooks nella stagione 2011-2012, ha disputato poi un anno in Spagna nel Saski Baskonia della città di Vitoria per poi tornare ai Suns nella scorsa stagione per il definitivo grande salto.

 

I tre giocatori citati sono i tre prospetti futuri più interessanti della franchigia creata con abilità dal general manager Lance Blanks: con 14 gare vinte e 10 perse la squadra sta dimostrando di essere stata costruita con grande criterio, senza spendere cifre enormi o sforare il salary cup, ma conducendo una attenta valorizzazione dei giovani presenti nel proprio roster. La solidità data dal tecnico Hornacek poi sta confermando anche l’ottima scelta della guida di questi ragazzi: i playoff appaiono poco realistici in questa stagione, ma per adesso i sogni dei tifosi dei Suns possono continuare visto il rendimento molto buono delle ultime 10 gare disputate, con 7 vittorie e solo 3 sconfitte, di cui l’ultima stanotte contro i San Antonio Spurs di Popovich che hanno dovuto però faticare molto per passare a Phoenix dove sono caduti fra gli altri anche gli Indiana Pacers.

Suns

 

Vista l’età molto giovane dei tre talenti purissimi del roster a disposizione della franchigia dell’Arizona, appare evidente come i frutti del lavoro dell’head coach Jeff Hornacek all’US Airways Center di Phoenix, sono ancora acerbi, ma diventeranno sicuramente maturi nella prossima season, quando con qualche ritocco al punto giusto nel mercato estivo, i Suns potrebbero presentarsi alla Western Conference come una mina vagante, cosa che stanno già facendo in questo avvio di stagione, ma chissà per quanto ancora.

 

 

 

Kevin Garnett sempre più nella storia: taglia il traguardo dei 14mila rimbalzi

Kevin Garnett, 18 anni di carriera, una vita da T’wolves (12 anni), uno scambio record per averlo (coi Boston Celtics pronti a cedere ben 7 giocatori per l’ala grande di Greenville), un MVP nel 2004 e 15 convocazioni negli All-star alle spalle, continua ancora a sorprendere: con gli 8 rimbalzi messi a verbale contro i Pistons, The Kid ha raggiunto la stratosferica quota di 14.000 rimbalzi raccolti in carriera, diventando il decimo giocatore della storia NBA a superare questa soglia. In questo momento si trova al decimo posto della classifica rimbalzisti NBA, con 14001 rimbalzi, e può mettere nel mirino la nona posizione, occupata da Walt Bellamy a quota 14241. Quest’anno KG viaggia a 7,5 rimbalzi di media, quindi, se riuscisse a tenere questo ritmo, in un paio d’anni The Franchise potrebbe addirittura tagliare il traguardo dei 15.000 rimbalzi in carriera, superando così Karl Malone (14968) e piazzandosi al 6° posto in classifica. Non bisogna dimenticare, poi, che The Big Ticket rientra anche nella Top fifteen dei migliori marcatori NBA di sempre, con 25407 punti all’attivo, alle spalle dell’immenso Dirk Nowitzki (25535).

Nella Lega Americana di Basket, questi, si sa, non sono solo numeri: sono piuttosto prove, prove tangibili, di quanto un giocatore possa aver segnato la storia di uno sport. Sicuramente non dicono tutto, da queste cifre non traspare, per esempio, l’immensa classe di KG, nè traspare il suo impegno per il sociale, per dirne una… Ma di sicuro queste cifre contribuiranno a scolpire il nome di Kevin Garnett nella storia della pallacanestro.

Garnett-Pierce
Classifica completa dei 10 migliori a rimbalzo
1. Wilt Chamberlain* 23924
2. Bill Russell* 21620
3. Kareem Abdul-Jabbar* 17440
4. Elvin Hayes* 16279
5. Moses Malone* 16212
6. Karl Malone* 14968
7. Robert Parish* 14715
8. Nate Thurmond* 14464
9. Walt Bellamy* 14241
10. Kevin Garnett 14001
Classifica completa dei 15 migliori marcatori
1. Kareem Abdul-Jabbar* 38387
2. Karl Malone* 36928
3. Michael Jordan* 32292
4. Kobe Bryant 31671
5. Wilt Chamberlain* 31419
6. Shaquille O’Neal 28596
7. Moses Malone* 27409
8. Elvin Hayes* 27313
9. Hakeem Olajuwon* 26946
10. Oscar Robertson* 26710
11. Dominique Wilkins* 26668
12. John Havlicek* 26395
13. Alex English* 25613
14. Dirk Nowitzki 25535
15. Kevin Garnett 25407

*membri della Hall of Fame

Clippers@Nets 93-102: Johnson e Blatche regalano un dispiacere a Doc Rivers

I Nets vincono con un secondo quarto di gara davvero impressionante: parziale da 19-36 ed i Clippers si devono arrendere con un CP3 che si ferma a 2 assist, e lascia il compito di creare gioco ed assist ai compagni, mostrando quanto la prestazione della squadra di Doc Rivers dipenda da lui.

Joe-Johnson

 

Nel terzo quarto, poi arriva l’affondo decisivo: i Clippers restano negli spogliatoi e i Nets ne approfittano allungando ancora con un parziale di 27-18 che li lascia al sicuro da rischi nell’ultima parte della gara.

Ottimo Johnson che mette a segno 4 triple decisive per allungare e chiude la gara con 21 punti e 7 rimbalzi: bene anche Blatche con 21 punti, e 9 rimbalzi, Brook Lopez che esce per infortunio si ferma a 16 con 7 rimbalzi, mentre Pierce a 10 e 7 rimbalzi tutti in difesa, con 5 assist.

Nei Clippers invece Chris Paul mette 20 punti, ma come detto solo 3 assist: Griffin ne fa 3, Dudley 2, Green 2 e Crawford lo stesso 2 assist. Senza CP3 la squadra non gira e Griffin si ferma così a 12 punti, DeAndre Jordan a 6: mentre bene Crawford con 19 punti.

Cp3

 

NBA results: l’uragano Aldridge caccia via i Rockets, CP3 non fa girare la squadra e cadono i Clippers a Brooklyn

Grande prova di Aldridge: non serviva una conferma del suo valore assoluto, ma oggi è arrivata di nuovo una super prova dei Blazers che danno spettacolo con i Rockets a Portland. Nell’altra gara i Nets vincono con CP3 che si ferma a quota 2 assist, minimo stagionale: a Brooklyn con Deron ancora in campo i Nets cominciano a carburare, grazie anche a Joe Johnson, molto ispirato e che mette triple decisive.

Houston Rockets v Portland Trail Blazers

Ecco tutti i risultati:
Clippers-Nets 93-102
Rockets-Trail Blazers 104-111

Doc Rivers torna a Boston: i Clippers passano 96-88 tra gli applausi del TD Garden

Doc Rivers torna a Boston: i Clippers passano 96-88 tra gli applausi del TD Garden

Doc Rivers è tornato a Boston: sulla panchina dei Clippers vince per 96-88 ma riceve applausi e grandi ovazioni dai tifosi dei Celtics.
Al TD Garden di Boston Griffin, Chris Paul, Crawford e Jackson chiudono in doppia cifra: Blake chiude a 18, con 7 rimbalzi e 4 assist, CP3 sfiora la doppia cifra anche negli assist fermandosi a 9 e 22 punti, e Crawford a 22, mentre Collison al minimo sindacala a 10,

Nei Celtics il migliore è Green con 29 punti, ma ancora grande prova di Bass che vola in double con 17 punti, 11 rimbalzi in difesa e 12 complessivi, ma non bastano contro lo strapotere fisico della franchigia di Los Angeles.