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Western Conference, storia di una finale annunciata

Oklahoma City Thunder vs San Antonio Spurs, mai come quest’anno la finale è stata più annunciata. Le prime due del tabellone occidentale giocheranno la serie finale, che si preannuncia ad alto tasso di spettacolarità e pericolosità per chi, sfortunatamente, ha problemi cardiaci.

La squadra di Popovich sembra arrivare con i favori del pronostico, vista la lezione di basket rifilata ad i Portland Trail Blazers, la spaventosa fase difensiva e la fluidità degli schemi offensivi. I Thunder, invece, hanno visto scendere le proprie quotazioni dopo la notizia dell’infortunio di Serge Ibaka, fondamentale negli schemi difensivi di Scoitt Brooks, che, comunque vada la serie contro San Antonio, non giocherà fino alla prossima stagione.Tony Parker, Manu Ginobili, Tim Duncan

La sfida è di quelle da non perdere e mette difronte due filosofie di gioco, quasi, completamente diverse: la collettività del gioco degli Spurs, capace di rendersi pericolosa con tutti gli effettivi, e l’imprevedibilità dei singoli dei Thunder, che mettono in mano alla fantasia, e soprattutto al talento, di Russel Westbrook e Kevin Durant la fase offensiva. Una sfida in cui è inutile mettere sul piatto della bilancia i numeri e le statistiche, quel che è successo in stagione regolare e, fin qui, in post-season.nba_g_durant_westbrook_thunder

Ce la faranno Durant e Westbrook a raggiungere la finale, o si imbatteranno sullo scoglio rappresentato dai ‘Big three‘? Riuscirà Tim Duncan ad arrivare all’ennessima finale della sua carriera? Riuscirà Brooks a mettere a tacere chi critica il suo operato? Ce la farà Popovich a motivare ancora una volta i suoi? Non è più tempo per le domande. Non c’è più tempo per pensare a come fare. Stanotte all’AT&T Center, così come nelle prossime partite della serie, ne vedremo delle belle, e nessuno ne resterà deluso.

Per Dunk NBA

Shedly Chebbi (@shedly7)

NBA Playoffs: OKC vince gara-6 per 104-98 e si aggiudica le Finals di WC!

I Clippers erano partiti alla grande, stanotte: se avessero conquistato gara-6, la serie sarebbe stata probabilmente in pugno, nonostante la bella ad OKC. Ma ad un certo punto KD decide di indossare il vestito da MVP e chiude la faccenda qualificazione, schiantando LA con la bellezza di 39 punti.

Primo tempo a forti tinte Clippers: il quarto iniziale si chiude con solo 3 punti per Durant e un parziale di 16-30 per i padroni di casa, mentre nel secondo si alternano break di entrambe i team, con OKC che piazza un 13-2 condito da tre triple a ripetizione di Durant (che si va scaldando), LA che risponde riportandosi sul +14 (36-50) e OKC che piazza altri 6 punti sul finale per chiudere sul 42-50 all’intervallo lungo. Al rientro dall’intervallo Durant si scatena, fa 10 punti in 5 minuti e 14 in totale, riportando il punteggio in parità alla fine del terzo quarto: 72-72, tutto da rifare per i Clippers. La gara ricomincia da zero, ma OKC ha una spinta in più: si resta in equilibrio fino all’80 pari, ma poi KD da una sterzata netta dalla quale LA non si riprenderà più, fa 7 punto in meno di un minuto e costringe i Clippers ad arrancare. Chris Paul si mette come sempre la squadra sulle spalle e riesce con parecchi sforzi a riportarsi due possessi di svantaggio (97-93) a 49″ dal termine (assist per Barnes), ma da lì in poi la liturgia dei tiri liberi (tutti su falli di J. J. Redick) consegnerà la gara, la serie e le Finals ad OKC.

“Oklahoma City l’ha meritato, assolutamente” ha dichiarato Chris Paul a fine gara. “Ma noi abbiamo una squadra davvero forte. E’ folle. Giochi per tutta la stagione e riesci a capire solo nell’ultima manciata di gare come sia davvero la tua squadra e come debba giocare. E’ folle che sia finita”.NBA: Golden State Warriors at Los Angeles Clippers

Oklahoma City Thunder @ Los Angeles Clippers 104-98

Clippers: Paul (25 pts, 9/18, 11 ast, 7 reb), Griffin (22 pts, 8 reb, 8 ast), Redick (16 pts), Jordan (9 pts, 15 reb), Barnes (9 pts).
Thunder: Durant (39 pts, 5/8 da tre, 16 reb, 5 ast), Westbrook ( 19 pts, 12 ast), Jackson (14 pts, 4/8), Adams (10 pts, 11 ast).

NBA Playoffs – Gortat blocca la corsa di Indiana! Follia ad OKC, vendetta in rimonta!

Washington Wizards @ Indiana Pacers 102-79

“Bastano” un immenso Gortat, alla migliore prestazione nei playoffs, con 31 punti e 16 rimbalzi, ed un John Wall da 27 punti (career-high ai PO) per bloccare l’avanzata dei Pacers verso le finals. Dopo gara-4, con Indiana che finalmente sembrava aver ritrovato George e la solidità difensiva che le apparteneva, gara-5 sembrava una formalità. Nulla di più sbagliato: i Wizards tirano fuori gli attributi e mettono in scena una prestazione dal 50% al tiro e 62 rimbalzi, contro il 39% e i 23 rimbalzi di Indiana. Il centro polacco #4 dei Wizards si scatena già dal primo quarto, con 11 punti che portano gli ospiti su 25-19; inizialmente Indiana riesce a rispondere, grazie a West e qualche lampo di George (nessun segnale dal resto del roster) e si va all’intervallo lungo sul 45-38. Ma nel terzo quarto, che fin’ora era stato la spina nel fianco di Washington, Wall e Gortat si scatenano: insieme fanno 27 dei 31 punti Wizards e lasciano Indiana a -24 (76-52), chiudendo definitivamente i giochi. Finisce 102-79 dopo un lungo garbage time nell’ultimo quarto: Indiana spreca il primo match point e Washington dimostra di poter, almeno, portare la serie alla bella. Quello che succederà domani notte al Verizon Centre è praticamente impossibile da prevedere. Che meraviglia.

Indiana: West (17 pts, 6 reb, 3 ast), George (15 pts), Stephenson (9 pts, 3 ast), Copeland (9 pts).
Washington: Gortat (31 pts, 13/15, da due, 16 reb), Wall (27 pts, 5 ast), Beal (18 pts), Ariza (10 pts, 5 ast).
George vs Wall

Los Angeles Clippers @ Oklahoma City Thunder 104-105

Tra Clippers e Thunder ormai si fa a gara tra chi butta meglio le partite: dopo la stratosferica rimonta di due giorni fa (disastrosamente colpevole OKC, ma capolavoro di Doc Rivers), stavolta tocca a CP3 fare la parte dello sprecone, se non peggio. Gli ospiti partono subito forte: chiudono il primo quarto sul 34-25 grazie a 11 punti di Griffin, con OKC ad arrancare grazie a Westbrook (KD non pervenuto al tiro, stanotte, per più di 40 minuti, ma poi si sveglia, eccome). Si arriva alla fine del terzo quarto sull’88-80, LA domina, ma senza strafare, tutto secondo copione: buone percentuali, Crawford e Redick dignitosi al tiro, Barnes che infila addirittura 4 bombe su 5, Paul che smazza assist come caramelle, tutto lascia presagire che OKC debba giocarsi un tremendo “win or go home” allo Staples Center. A metà ultimo quarto arriva addirittura l’11-0 targato Crawford che getta OKC a -13: stiamo a 4:13 dal termine, da qui inizia la follia. Westbrook e Durant impazziscono, segnano insieme 7 punti, 2 li aggiunge Jackson e si arriva al 101-97. Prima fiammata, pericolo, ma nulla è perduto: Griffin e CP3 si riportano sul +7 e Brooks chiama time-out. Il clima è quasi folle, mancano 49″, e sono un’enormità, ma i Clippers possono gestire 7 punti tranquillamente… Si torna in campo, Brooks deve averli caricati a pallettoni, KD e West girano come trottole, l’MVP ne fa 5, il parziale sta sul 104-102. A 6 secondi dal termine CP3 fa fallo su Westbrook: il fallo è dubbio, ma in questi PO era prevedibile fosse fischiato, lo sa anche Paul. Il play #0 dei Thunder si presenta dalla lunetta, si pompa azoto liquido nelle vene e ne mette uno, poi due, poi tre. Sorpasso compiuto. Negli istanti finali Paul, frastornato dal corso degli eventi, si incarica dell’affondo finale, ma arriva Ibaka a rubargli palla e finisce lì, sul 104-105 per i Thunder. Che rimonta, che gara, che serie! Follia pura. Ci si vede domani sera allo Staples Center per il match point dei Thunder. Stay tuned.

Oklahoma City: Westbrook (38 pts, 11/23, 6 ast, 5 reb, 3 stl), Durant (27 pts, 3/6 da tre, 12/12 ai tl, 10 reb), Adams (9 pts, 4 reb).

Los Angeles: Griffin (24 pts, 10/20, 17 reb), Crawford 19, Paul (17 pts, 14 ast, 4 stl), Barnes (16 pts, 10 reb), Redick (16 pts).  @sanfi_fm

NBA Playoff: George ipnotizza i Wizards, Durant rovina i sogni dei Clippers

Indiana Pacers@Washington Wizards 85 – 63

“Scusate, ma quelli sono davvero i Pacers?”. È una domanda che nelle ultime ore si stanno facendo un po tutti gli appassionati della palla a spicchi. “Si, sono proprio loro”. Gli Indiana Pacers vincono in trasferta contro i Washington Wizards e per la prima volta dall’inizio dei playoff sono in vantaggio in una serie (2-1). “Che sta succedendo? Sarà la fine del mondo.” No, questi sono i playoff signori. Eppure i padroni di casa erano partiti forti e sembravano aver messo davvero le mani sulla partita: Ariza aveva fatto la voce grossa sotto canestro guadagnano ben 5 rimbalzi solamente nel primo quarto (chiuderà con una doppia doppia da 12 punti e ben 15 rimbalzi). Secondo quarto: la rinascita. Paul George entra in campo con un altro spirito: tiri in sospensione, penetrazioni, tiri dalla lunetta, 23 punti e 8 rimbalzi. Il rinato Roy Hibbert ci mette del suo: 14 punti e 5 rimbalzi. La squadra di Randy Wittman inizia a barcollare, in attacco non sembra essere più incisiva e in difesa subisce troppo le incursioni avversarie: Bradley Beal (16 punti) e John Wall (15 punti e 6 assist) provano a ridurre lo svantaggio, ma ormai è +22 Pacers. Finisce 85 – 63.NBA: Washington Wizards at Indiana Pacers

 

Oklahoma City Thunder@Los Angeles Clippers 118-112

“Oh my God.”
Staples Center, Los Angeles, gara 3. I Clippers padroni di casa ospitano i Thunder, 1-1 nella serie. Pronostici? Impossibile darli. L’inizio gara sembrava esser la copia di gara 1, con i Clippers che giocano in maniera goliardica, senza concedere nulla agli avversari. Blake Griffin (34 punti) è il re assoluto del campo: neanche un botta al naso riesce a fermarlo. Il pubblico è in delirio, si prospetta un’altra impresa. Ma dall’altra parte ci sta uno che si chiama Kevin Durant, per gli amici KD. Inizia la rimonta, punto su punto, rimbalzo su rimbalzo. Westbrook, per l’ennesima volta, fa da spalla al suo partner(doppia doppia da 23 punti e 13 assist). Sorpasso Thunder, contro-sorpasso Clippers. Sì perché gli uomini di Doc Rivers non mollano e Chris Paul riporta l’ordine (63-61 all’intervallo). Nessuna delle due franchigie vuole mollare, una vittoria vorrebbe dire dare una svolta alla serie. A Serge Ibaka (20 punti) risponde Jamal Crawford (eletto sesto uomo dell’anno, 20 punti per lui), +4 Clippers. Mini fuga? No, inizio della fine. Kevin Durant: ci sarà un motivo per se è stato eletto MVP! L’americano con uno sprint decisivo realizza gli ultimi canestri che regalano una spettacolare vittoria agli Oklahoma City Thunder (2-1 serie). Finisce 118-112 per la squadra di Scott Brooks.

Mario Ramogida, @marioramogida
Fonte Tribuna Italia

Kevin Durant vince l’MVP 2013/2014!

Kevin Durant vince il suo primo MVP: la notizia circolava da mesi ormai, in pratica già da quando KD aveva battuto lo stratosferico record di MJ, abbattendo il muro dei 25 punti per più di 40 gare consecutive, 41, per la precisione, la terza striscia più lunga di sempre. Ma l’ufficialità è arrivata solo adesso: il Most Valuable Player della Regular Season 2013/2014 è Kevin Durant, da Washington, District of Columbia. Il #35 dei Thunder si è aggiudicato ben 1.232 punti, con 119 votanti sui 124 totali che lo hanno messo al primo posto. Alle sue spalle l’MVP uscente, The King James, e Blake Griffin a chiudere il podio (Doc ci aveva visto giusto).durant james

Durant, con 32.0 punti, 7.4 rimbalzi e 5.5 assist di media, è entrato nel ristrettissimo club degli unici 4 giocatori della storia ad aver registrato almeno 30 punti, 7 rimbalzi e 5 assist di media in una stagione (gli fanno compagnia Michael Jordan, Wilt Chamberlain ed Elgin Baylor); ha segnato più di 30 punti in 47 gare e più di 40 in 14; ha messo a segno 27 doppie doppie (e 3 triple doppie); la sua media punti (32) e la sua media realizzativa (56%) di quest’anno sono le sue migliori di sempre, e sono in crescita da tre anni a questa parte (sarà merito del “personal”?); è stato per 4 volte, negli ultimi 5 anni, il miglior realizzatore della lega; per superare la sua media di quest’anno bisogna tornare alla stagione 2005/2006, in cui Kobe Bryant fece registrare 35.4  punti per gara. E si potrebbe continuare così per almeno altre 30 righe, numeri su numeri che illustrano in maniera un po’ astratta le capacità del #35 di OKC, e sicuramente non rendono giustizia ad un campione dalla professionalità quasi inaudita, dalla precisione maniacale, dalla potenza manifesta, che però non sente ancora di aver raggiunto il suo unico, vero, maestoso traguardo in carriera: “Per me è vincere il titolo quello che conta più di tutto, è quello che sogno fin da bambino. Mi ricordo ancora quando da bambino la gente mi diceva che non avrei mai potuto giocare in Nba, che non avrei mai potuto vincere l’MVP. Arrivare fino a questo punto è stato un lungo viaggio, ma alla fine, quando rifletterò su quello che ho fatto, i risultati di squadra conteranno sicuramente di più dei premi individuali”.

 

Questi gli MVP che hanno preceduto KD35:
1955-56 – Bob Pettit, St. Louis
1956-57 – Bob Cousy, Boston
1957-58 – Bill Russell, Boston
1958-59 – Bob Pettit, St. Louis
1959-60 – Wilt Chamberlain, Philadelphia
1960-61 – Bill Russell, Boston
1961-62 – Bill Russell, Boston
1962-63 – Bill Russell, Boston
1963-64 – Oscar Robertson, Cincinnati
1964-65 – Bill Russell, Boston
1965-66 – Wilt Chamberlain, Philadelphia
1966-67 – Wilt Chamberlain, Philadelphia
1967-68 – Wilt Chamberlain, Philadelphia
1968-69 – Wes Unseld, Baltimore
1969-70 – Willis Reed, New York
1970-71 – Kareem Abdul-Jabbar, Milwaukee
1971-72 – Kareem Abdul-Jabbar, Milwaukee
1972-73 – Dave Cowens, Boston
1973-74 – Kareem Abdul-Jabbar, Milwaukee
1974-75 – Bob McAdoo, Buffalo
1975-76 – Kareem Abdul-Jabbar, Los Angeles
1976-77 – Kareem Abdul-Jabbar, Los Angeles
1977-78 – Bill Walton, Portland
1978-79 – Moses Malone, Houston
1979-80 – Kareem Abdul-Jabbar, Los Angeles
1980-81 – Julius Erving, Philadelphia
1981-82 – Moses Malone, Houston
1982-83 – Moses Malone, Philadelphia
1983-84 – Larry Bird, Boston
1984-85 – Larry Bird, Boston
1985-86 – Larry Bird, Boston
1986-87 – Magic Johnson, L.A. Lakers
1987-88 – Michael Jordan, Chicago
1988-89 – Magic Johnson, L.A. Lakers
1989-90 – Magic Johnson, L.A. Lakers
1990-91 – Michael Jordan, Chicago
1991-92 – Michael Jordan, Chicago
1992-93 – Charles Barkley, Phoenix
1993-94 – Hakeem Olajuwon, Houston
1994-95 – David Robinson, San Antonio
1995-96 – Michael Jordan, Chicago
1996-97 – Karl Malone, Utah
1997-98 – Michael Jordan, Chicago
1998-99 – Karl Malone, Utah
1999-00 – Shaquille O’Neal, L.A. Lakers
2000-01 – Allen Iverson, Philadelphia
2001-02 – Tim Duncan, San Antonio
2002-03 – Tim Duncan, San Antonio
2003-04 – Kevin Garnett, Minnesota
2004-05 – Steve Nash, Phoenix
2005-06 – Steve Nash, Phoenix
2006-07 – Dirk Nowitzki, Dallas
2007-08 – Kobe Bryant, L.A. Lakers
2008-09 – LeBron James, Cleveland
2009-10 – LeBron James, Cleveland
2010-11 – Derrick Rose, Chicago
2011-12 – LeBron James, Miami
2012-13 – LeBron James, Miami
2013-14 – Kevin Durant, Oklahoma City

 

Virginia Sanfilippo, @sanfi_fm

NBA Playoffs grades&analysis, Thunder: Il solito Durant, il solito Westbrook, la insolita OKC

Brutta prova degli Oklahoma City Thunder, che riescono a chiudere la partita sotto di 17 punti soltanto grazie all’ultimo quarto, che i Clippers si prendono di pausa.

westbrookBrutta prova per Durant e compagni, che si fanno schiacciare dalla difesa degli avversari. Ecco come si sono comportati i Thunder:
Serge Ibaka: Uno dei pochi a salvarsi dal disastro. Tutto sommato è la sua classica prestazione, fatta da tanta intensità. Segna 12 punti, prende 6 rimbalzi, ruba un pallone e effettua due stoppate. Tira benissimo, 6 su 9 dal campo, e non ha particolari responsabilità sul risultato finale. Voto 6,5.
Kevin Durant: A volte sembra essere in pieno controllo, altre, come in questa partita, è costretto a prendersi dei tiri impossibili anche per lui. Questa volta Doc Rivers lo intrappola, limitandolo -si fa per dire- a 25 punti. Conclude con 25 punti, 4 rimbalzi, 4 assist, una palla rubata ed una stoppata. Tira con il 47% dal campo ed il 65.5% dalla lunetta. Non è il Kevin Durant che conosciamo, ma la prestazione non è brutta. Voto 6.
Kendrick Perkins: Deludente. Gioca 14 minuti ed è sempre in difficoltà in difesa. 3 punti, 3 rimbalzi, 1 assist e una palla persa. Sulla sua prova c’è poco da dire; e non sono proprio cose belle. Voto 5.
Russel Westbrook: Solitamente ad un giocatore da 29 punti non si può dire niente, ma non stasera. Testardo all’inverosimile. Perde 6 palloni e vuole palla anche quando sarebbe meglio favorire i compagni. Tira con il 64% dal campo e 90% dalla lunetta, evidenziando, però, una certa attitudine a voler essere il protagonista, anche a costo di perdere 6 palloni in una partita che non ammette errori. Voto 6.
Thabo Sefolosha: Gioca soltanto 16 minuti, abbastanza, però, per prendere 2 rimbalzi, rubare un pallone e segnare 5 punti, tirando con 2 su 3 dal campo (1 su 2 dai tre punti). Una prova non giudicabile.
La panchina, come spesso capita ai Thunder, non da un grande apporto. Anche Fisher, che di solito il suo contibuto lo fornisce sempre, non sembra girare. A sorpresa brillano Lamb, autore di 8 punti, 6 rimbalzi, 2 assist, una palla rubata e una stoppata in 12 minuti, e Perry Jones, che in 11 minuti segna 8 punti e prende 3 rimbalzi. Voto alla panchina 5.
Per Dunk NBA
Shedly Chebbi
(@shedly7)

NBA Playoffs – Vietato arrendersi in NBA: OKC, GS e Indiana portano la serie a gara-7!

Quale spettacolo migliore di questo? I playoffs di quest’anno hanno preso dei contorni epici, da sfida infinita, tensione snervante ed esaltazione pura. Da quando il primo round dei playoffs si decide al meglio delle sette, mai era capitato che più di due serie si fossero decise all’ultimo incontro disponibile. Quest’anno, invece, come minimo avremo tre esemplari di gara-7, e tutti e tre in una notte, sabato notte. Thunder, Warriors e Pacers, infatti, sono riuscite, quasi in una corsa contro il destino, a pareggiare le rispettive serie, guadagnandosi così un’ultima chance di approdare in semifinale.

Los Angeles Clippers @ Golden State Warriors 100-99

Gara equilibratissima, lottata punto su punto, con i valori in campo quasi totalmente speculari (36.8% dal campo per LA, 39.3% per GS; 31.8% da tre per LA, 29.2% per GS; 54 reb per LA, 50 per GS; 22 ast per LA, 20 per GS; e così via), tranne che per qualche errore di troppo dei Warriors ai liberi, che però i Clippers hanno generosamente concesso in misura maggiore: gli ultimi 4 liberi, piazzati da Green e Barnes, hanno concesso il +4 a Golden State a 55″ dalla sirena. A quel punto, a soli due possessi di svantaggio, con la possibilità concreta di chiudere il discorso qualificazione una volta per tutte, Los Angeles sbaglia tutto: CP3 subisce una bella stoppata da Thompson, poi recupera palla e parte l’assalto disperato, con Collison che sbaglia un layup e una tripla, il neo migliore sesto uomo Crawford lo copia la fuori e i secondi passano inesorabili. A 2″ dal termine Matt Barnes piazza finalmente la bomba del -1, ma è troppo tardi. Finisce così, 100-99, e appuntamento a sabato notte, 10.30 PM ora locale, 4.30 ora italiana, in un rovente Staples Center.

Golden State: Curry (24 pts, 9 ast), Iguodala (15 pts), Green (14 pts, 14 reb), Speights (12 pts, 6 reb).
L.A. Clippers: Crawford (19 pts, 4/8 da tre), Barnes (18 pts, 3/7 da tre, 11 reb), Griffin (17 pts, 9 reb), Redick (15 pts), Collison (12 pts).

Indiana Pacers @ Atalanta Hawks 95-88

La regina dell’Est sconfitta dalla cenerentola col centro macedone: Davide contro Golia, quasi tutti si aspettano ormai questo finale, se lo aspettavano anche ieri sera, ma non è arrivato. Indiana ha deciso di vender cara la pelle, finalmente, ma rischiando seriamente, anche stavolta, di cadere sotto i colpi di Atlanta. Partita molto, molto, troppo, equilibrata, anche questa: in realtà, i detrattori di Indiana, oltre al motivo “romanzesco”, hanno altre, solide, basi, per sostenere la tesi secondo cui il team di Vogel non merita di passare, contro questi Hawks. La gara resta in equilibrio quasi perfetto, anche qui, fino a 46″ dal termine: sull’85-85 parte il break finale di Indiana, un 8-0 inaugurato da West e consacrato dai liberi di George e Hill, con Atlanta in bambola per qualche secondo di troppo e il primo match point che se ne va. Si può dire che Atlanta abbia perso sul tiro da fuori, piazzando solo 9 delle 35 bombe tentate (0/4 Antic, 0/6 Scott), perché per il resto a tenuto testa più che bene ai Pacers, per l’ennesima volta, grazie ai punti di Teague e ai colpi di Millsap. George e West (24 punti a testa e 19 rimbalzi in due), insieme ad uno Stephenson in crescendo (21 punti, 9 rimbalzi), possono mettersi al collo la medaglia di questa battaglia, ma ci vorrà ben altro per portare a casa la guerra, sabato notte, 5:30 PM locali, 23:30 italiane, in una Bankers Life Fieldhouse che è già caduta due volte sotto i colpi degli Hawks.

Indiana: West (24 pts, 11 reb, 6 ast), George (24 pts, 8 reb), Stephenson (21 pts, 9 reb), Hill (14 pts).
Atlanta: Teague (29 pts, 9/9 ai liberi), Millsap (16 pts, 18 reb, 5 ast, 3 stl, 2 blk), Williams (16 pts).

Oklahoma City Thunder @ Memphis Grizzlies 104-84

Infine, ultima, ma di sicuro non meno importante, gara-6 tra Thunder e Grizzlies: Mr. Unreliable diventa Mr. Undeniable e si riprende tutto il merito del “benedetto” MVP. Finalmente torna il Durant della regular season e i Grizzlies possono solo restare a guardare: partita quasi a senso unico, con KD che mette i suoi primi 14 punti dei 36 totali nel primo quarto, Westbrook che risponde alla grande, sull’onda dell’entusiasmo, e porta insieme a Jackson e Ibaka i Thunder sul +20 poco dopo metà gara (61-41 con 9:02 da giocare nel terzo quarto). Grindhouse ghiacchiata, anzi fulminata, da Oklahoma City, che mette in campo una difesa di incredibile energia (da sottolineare le 5 stoppate di Adams), concedendo appena il 21% da  fuori e mandando completamente fuori giri le guardie (Conley 2/10, Udrih 1/8, Lee 2/7). Conley si infortuna pure, nel quarto quarto, m la sua presenza in gara-7 non è ancora stata esclusa del tutto. I Thunder tengono gli orsi a freno, e amministrano nell’ultimo parziale, chiudendo sul 104-84. Adesso gara-7 alla Chesapeake Energy Arena è un appuntamento imperdibile, per KD35 & Co., vietato fallire. Gasol e Z-Bo ce la metteranno tutta per fare il colpaccio, ma se Durantula si dovesse ripete, non ci sarà Tony Allen che tenga. Sabato notte, ore 8:00 PM locali, le 2:00 italiane, sapremo come andrà a finire.

Memphis: Gasol (17 pts, 5 reb), Randolph (16 pts, 8 reb), Johnson (15 pts, 5 reb), Allen (13 pts, 5 reb).
Oklahoma City: Durant (36 pts, 10 reb), Westbrook (25 pts, 9 reb, 5 ast), Jackson (16 pts, 4/5 da tre, 5 reb).
@sanfi_fm

NBA results: i Clippers conquistano di prepotenza gara 2 contro GS, Memphis espugna in OT casa Thunder (video)

Golden State Warriors @ Los Angeles Clippers 98-138

1 a 1 e palla al centro, si direbbe su un campetto di periferia. Qui però siamo di fronte ai supereroi del basket americano, e allora quello 1-1 indica molto di più, indica che Los Angeles ha spiegato chiaramente a Golden State che per vincere questa serie serviranno gli attributi. Gara a senso unico, quella dello Staples Center: i Clippers lasciano guidare Blake Griffin che schiaccia subito il piede sull’acceleratore piazzando 14 punti nei primi 12 minuti di gara e chiudendo il primo quanto già in vantaggio di 11 punti (20-31). Copia conforme nel secondo quarto, inaugurato da una second unit di Rivers in completa fiducia, con Granger (15 punti, con 3/4 da tre, alla fine, per lui) e Turkoglu (14 punti, con 3/5 da fuori) che portano Los Angeles sul + 20 (48-28). Intervallo lungo, rientro in campo, e show finale dei Clippers: Griffin, supportato da altri sei compagni in doppia cifra, porta L.A. a vincere di 40 punti, annientando Golden State, che sembra solo il fantasma di gara 1: Lee e Thompson eclissati, Curry isolato e coach Jackson devastato dalla trasformazione dei suoi, palesemente troppo acerbi per reggere in tali contesti. La serie è ancora molto lunga, per la goduria dei vostri e dei nostri occhi, ma i Clippers hanno dimostrato di avere quel quid in più che potrebbe essere il fattore determinante per il passaggio ai quarti.

Clippers: Griffin (35 pts, 13/17, 6 reb), Granger (15 pts, 3/4 da tre), Turkoglu (13 pts, 3/5 da tre), Barnes (13 pts), Paul (12 pts, 10 ast, 6 reb, 5 stl), Collison (12 pts, 10 ast), Jordan (11 pts, 9 reb, 5 blk).

Warriors: Curry (24 ptsw, 8 ast), Lee (11 pts), Green (11 pts), Crawford (11 pts).

Memphis Grizzlies @Oklahoma City Thunder 111-105

Nella serata in cui Kevin Durant realizza forse il miglior gioco da 4 punti di sempre, Oklahoma City si fa soffiare in over time gara 2 contro Memphis. Coach Dave Joerger può esser fiero di Z-Bo e compagni: i Grizzlies girano alla perfezione, con Tony Allen attentissimo a marcare KD e OKC costretta ad orribili percentuali al tiro nella prima parte di gara. Poi i Thunder cominciano a carburare, Fisher fornisce un buon apporto dalla panchina a inizio secondo quarto e, lentamente, OKC ritrova il pareggio, sul 57-57 a metà del terzo quarto. Ma nell’ultimo parziale arriva il momento di Beno Udrih: il play di riserva di Memphis mette a referto 8 dei suoi 14 punti nella prima metà dell’ultimo quarto, riportando i Grizzlies sul +8 (83-75) e gelando il pubblico della Chesapeake Energy Arena.Timeout Thunder, rientro in campo, spettacolo combinato West-KD e OKC torna in vantaggio, 92-93. Mancano 1:14 alla sirena, timeout Grizzlies, si rientra, controsorpasso grazie a una tripla di Miller, nuovo timeout Thunder: la gara si fa tesissima, OKC sa che ha la forza di vincere ma che basta un passo falso per buttarla via. Negli ultimi 53 secondi Memphis si porta addirittura sul 98-93, sembra finita, ne mancano 18 al termine e KD piazza quello straordinario gioco da 4 punti di cui sopra, mettendo una tripla dall’angolo sinistro mentre cade per terra dopo un fallo di Gasol: stratosferico, la Chesapeake esplode letteralmente e OKC ci crede di nuovo. Westbrook si trova tra le mani la tripla della vittoria ad un secondo dal termine, sbaglia, e allora Perkins, per una volta, acchiappa il rimbalzo e piazza il canestro del pareggio sulla sirena, 99-99. Si va in over time, sembra interminabile, i Thunder sono ormai scarichi e l’enorme forza mentale di Z-Bo, quasi da monaco tibetano, gli permette di prendere i Grizzlies per mano e portarli al di là dell’ostacolo, conquistando una gara 2 che statisticamente “ci sta”, ma che potrebbe raffigurare una seria, grossa, “botta”, per il team di Scott Brooks. Dipenderà molto dalla prossima, in programma fra giovedì in Tennessee.

Thunder: Durant (36 pts, 12/28, 11 reb, 4 ast), Westbrook (29 pts, 11/28, 8 ast, 7 reb), Ibaka(15 pts, 11 reb, 5 blk).

Grizzlies: Randolph (25 pts, 6 reb), Conley (19 pts, 12 ast, 7 reb), Gasol (16 pts, 7 ast, 7 reb), Lee (16 pts), Udrih (14 pts).

@sanfi_fm

 

Grizzlies @ Thunder 86-100, Durant e Westbrook non fanno cortesie agli ospiti

Alla Chesapeake Energy Arena di Ocklahoma City i Thunder ospitano i Grizzlies, per la partita valida per gara 1 del primo turno dei playoff.
randolph durantIl primo tempo è un dominio assoluto dei Thunder, che chiude il primo tempo, in netto vantaggio, sul risultato di 34-56 (16-29 e 18-27 i parziali dei primi due quarti). Al rientro sul parquet, però, i Grizzlies approfittano di un momento di distrazione dei padroni di casa per rientrare in partita, con un parziale di 31-13, e chiudere il quarto con lo svantaggio ridotto a 4 punti, sul 65-69. L’ultimo quarto, però, vede Oklahoma City andare ad allungare, nuovamente, fino al +14, che chiude la partita sul risultato di 86-100. La partita, che di fatto non è mai sfuggita dalle mani dei Thunder, ha evidenziato come Russel Westbrook, autore oggi di una doppia doppia con 23 punti e 10 rimbalzi, e soprattutto Kevin Durant, autore oggi di 33 punti, non abbiano mai staccato la ‘modalità di playoff’. Buonissima la prova di tutta la squadra di casa, che può contare su una rosa di qualità e ampiamente adatta a supportare le due stelle più luminose. Per i Grizzlies, invece, la prova non è del tutto da buttare, visto anche il gran ritmo tenuto dai Thunder. La squadra di Memphis, dopo un primo tempo completamente da mani nei campelli, è riuscita, nel terzo quarto, a mettere in difficoltà Oklahoma, che, però, ha dimostrato di poter cambiare marcia in ogni momento, risultando fatale agli avversari. Buona, comunque, le prove di Randolph, che chiude in doppia doppia con 21 punti e 11 rimbalzi, e Conley, anche lui in doppia doppia con 16 punti e 11 assist.

Per Dunk NBA
Shedly Chebbi
(@shedly7)