Il suo presente vissuto nella University of Kansas non è uno dei migliori, ma il futuro gli potrà riservare ricche soddisfazioni. Joel Embiid, camerunense di 20 anni, centro dei Kansas Jayhawks, ha dovuto dire addio ancora una volta alla NCAA Final Four: la sua squadra, dopo la facile vittoria contro Eastern Kentucky, è stata eliminata al Round of 32 dagli Stanford Cardinal. Niente paura, però: il giovane Embiid è considerato uno dei migliori prospetti per il Draft della NBA che si terrà il 26 giugno a New York City, in una location tra il Barclays Center ed il Madison Square Garden.
In pochi sanno che questo ragazzo di 2 metri d’altezza ha cominciato a giocare a basket… nel 2011! Ebbene sì, perché il camerunense è stato un pallavolista ma soprattutto un calciatore: un atleta completo insomma, che ha sempre fatto della sua lunghezza e della sua fluidità nei movimenti i suoi punti di forza. Qualità che ha trasportato dall’erba dei campi da calcio fino al parquet delle arene di pallacanestro, mostrando subito un’impressionante facilità nel controllo della palla e negli spostamenti da una zona all’altra del campo, agilità che difficilmente si nota in un cestista della sua statura, specialmente se nel suo ruolo se ne sono visti pochi di giocatori che si sono avvicinati ai 2 metri di altezza. Embiid ha una buona manualità e un tocco morbido sia nel possesso che nel tiro, inoltre è molto altruista: dopo una gara interna dei suoi Jayhawks, raccontò che voleva far diventare il passaggio della palla la peculiarità principale del suo gioco.
Pecca di leadership e di esperienza, alle quali si aggiungono la mancata forza e rapidità che nei rimbalzi è fondamentale. Ciononostante, il nativo di Yaoundé rimane uno dei pezzi pregiati che molte franchigie si contenderanno la prossima estate. Tra queste, ci sono i Philadelphia 76ers: Pennsylvania necessita di un centro puro, diverso dai vari Byron Mullens, Henry Sims e Jarvis Varnado. Lui, figlio di un giocatore professionista di pallamano, cresciuto a pane e calcio, paragonato a stelle del calibro di Tim Duncan e Akeem Olajuwon, riuscirà a non farsi mangiare dalla pressione del Wells Fargo Center ed a raccogliere l’eredità del miglior centro che i Sixers abbiano mai conosciuto, ovvero Wilt Chamberlain?
Valerio Scalabrelli – @Scalabro92