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Bucks, è arrivato il momento della rifondazione: da chi ri-partirà la franchigia?

Il Draft 2014 si terrà a New York il 26 giugno in una sede da decidere tra il Barclays Center a Brooklyn o il Madison Square Garden a NY: tra i prospetti più interessanti ci sono senza ombra di dubbio Andrew Wiggins, Jabari Parker, Julius Randle, Aaron Gordon, Dante Exum, Marcus Smart, Noah Vonleh, Joel Embiid e Tyler Ennis.

Una delle franchigie che avrà una delle prime scelte al prossimo draft (se la stagione si concludesse con questa classifica 25% di ottenere la prima scelta ed il 100% di scegliere tra le prime quattro) sarà quella che ha come simbolo il cervo: i Milwaukee Bucks di Larry Drew che potrebbero cambiare sede presto, visti i problemi con l’attuale palazzetto, il BMO Harris Bradley Center.

Bucks a Seattle

I Bucks ospitano l’ultimo posto nella Eastern Conference, con 13 vittorie e 54 sconfitte (percentuale di vittorie pari al 19.4%): il rendimento offensivo e quello difensivo sono tra i peggiori dell’intera lega (27° attacco e 3o° difesa). L’obiettivo per la prossima stagione sarà quello della completa rifondazione a partire dal draft, nel quale si cercherà di scegliere un giocatore che diventi da subito importante, un uomo franchigia, come è stato per Giannis Antetokounmpo.

Si ripartirà da tre giocatori per la prossima stagione ovvero Brandon Knight, Giannis Antetokounmpo e Khris Middleton, mentre tutti gli altri potrebbero essere sacrificati in vista del rinnovamento: già Caron Butler è stato tagliato in questa stagione destinata inesorabilmente al tank (finito ad Oklahoma City), con lui anche l’ex Treviso, Gary Neal (attualmente a Charlotte) e Luke Ridnour. E’ tornato invece all’ovile Ramon Sessions, PG che fece bene a Milwuakee nella sua prima esperienza in NBA: con lui è arrivato anche Jeff Adrien (sempre nell’ambito della stessa trade).

La situazione salariale non cambierà di molto per la prossima stagione: dai 54.232.800 dollari attuali si arriverà ai 42.960.000. Ci saranno ancora i 6 milioni e 680 mila dollari da pagare a Drew Gooden per la clausola amnesty, Ramon Sessions se verrà ri-firmato e resterà a Milwaukee farà salire la cifra, mentre possibili partenti come free agents potrebbero essere Jeff Adrien, Miroslav Raduljica, ed il giovane Tony Mitchell (che potrebbe finire a giocare in D-League).

Le (poche) note positive di questa stagione fanno ben presagire per gli ampi margini di miglioramento: il primo della lista non può che essere Giannis Antetokounmpo, “The Greek Freak“, 15esima scelta assoluta dell’ultimo draft. Il greco può giocare sia come Small Forward che come Shooting Guard: ha un fisico davvero impressionante e sfrutta il suo atletismo in maniera eccezionale (è alto 2 metri e 06 centimetri per 94 kilogrammi).
E’ migliorato molto dall’inizio di stagione come confermato anche dall’head coach dei Bucks ed ha davanti a se ancora ampi margini di crescita: se manterrà le aspettative potrebbe in qualche anno diventare l’uomo immagine della franchigia e magari portarla a diventare una contender.

Giannis Antetokounmpo
Giannis Antetokounmpo

Oltre all’ultimo arrivato però le buone notizie arrivano dalla crescita anche di Brandon Knight: l’ex Kentucky Wildcats, chiamato al numero 8  nel draft 2011 da parte dei Pistons, è arrivato a luglio da Detroit (con Middleton e Kravcov) in cambio di Brandon Jennings. Può giocare sia come playmaker che come shooting guard (ruolo in cui è stato prevalentemente usato in questa stagione): per lui vale lo stesso discorso fatto per Giannis, ovvero ha ampi margini di miglioramento avendo solo 22 anni, anche se già in questa stagione sta giocando su buoni livelli. Il #11 ha una media punti di 17.4 per gara ed è ottimo anche nelle vesti di uomo assist con 4.9.

Un altro giocatore sottovalutato e finito sempre tramite Detroit a Milwaukee nella trade Jennings è Khris Middleton, ala piccola: 39esima scelta del draft 2012 è stato assegnato in D-League con i Fort Wayne Mad Ants per una settimana da parte dei Pistons per valutarne la forza ed è stato subito richiamato in prima squadra per la stagione salvo poi finire ai Bucks. Si tratta del migliore della squadra nella classifica delle palle rubate (1.1): è un buon ricambio in fase offensiva con 11.9 punti e 2.1 assist di media, ma non disdegna neanche la fase difensiva  (3.7 rimbalzi per gara).

Altra nota positiva (e grande sorpresa) è rappresentata da  Nate Wolter, finito a Milwaukee dopo essere stato la 38esima scelta dei Wizards, passando per Philadelphia: il playmaker del futuro dei Bucks sarà lui con molte probabilità visto che, sfruttando la moria delle point guards presenti nel roster, ha trovato un buon minutaggio, risultando anche molto efficiente anche se ancora acerbo. Nel suo secondo anno in NBA potrebbe fare meglio, magari partendo dalla panchina e dando una grande mano all’head coach Drew in vista delle rotazioni.

Anche la Power Forward John Henson, 14a chiamata nel Draft 2012 dei Bucks, è migliorata molto in questa stagione:  è al comando della classifica dei rimbalzisti della squadra con 7.5 per gara e quella degli stoppatori con 1.9 e da una grande mano in fase difensiva ma ha dei limiti piuttosto evidenti sotto il punto di vista del gioco offensivo.

Le lacune principali riguardano prima di tutto l’età della squadra e quindi la scarsa esperienza: il compito di un veterano come OJ Mayo sarà quello di trasmettere le sue conoscenze acquisite soprattutto con i Mavs ai compagni più giovani per guidarli nella loro crescita.

Altro problema molto evidente è l’assenza di creatività e di giocatori dal grande potenziale offensivo: visto che i Bucks avranno una chiamata molto alta nel prossimo draft questa pecca potrebbe essere risolta tramite due giocatori in particolare, ovvero Andrew Wiggins, ala piccola di Kansas o soprattutto Jabari Parker, che appare il giocatore dalle doti fisiche e tecniche più adatte per imporsi subito nel sistema di gioco di Milwuakee. Si tratta del #1 dei Duke, figlio di una leggenda dei Chicago Bulls come Sonny Parker con una media punti di 19.2 punti: è un giocatore che esprime il meglio di se con la sfera tra le mani, vista la sua grande imprevedibilità, che lo rende però difficile da vedere insieme a Carlos Delfino. Proprio l’ex Houston Rockets, legato da un contratto di altri due anni con Milwaukee (per circa 3 milioni e 250 mila dollari stagionali) potrebbe essere liberato in estate dalla franchigia per fare spazio a Jabari.

Il futuro dei Bucks potrebbe, nonostante i risultati di quest’anno, essere radioso: con una giusta scelta al draft come partenza e vista l’età media molto bassa, nella prossima stagione c’è da aspettarsi un cambio netto di risultati e prestazioni rispetto alla stagione disastrosa di quest’anno. Giannis e Jabari (o chi per lui) saranno il presente ed il futuro di una franchigia in ricostruzione. 

@MarkTarantino89

Jabari Parker: un diavolo blu per Milwaukee

I Duke Blue Devils di coach Krzyzewski sono entrati nel tabellone principale della NCAA Division I, ma non dalla porta principale: delle 64 squadre che vi partecipano, loro fanno parte di quelle “ripescate” nella Selection Sunday, la domenica nella quale un comitato di dirigenti sportivi collegiali decide quali team che non hanno ottenuto il pass automatico vale la pena recuperare, basandosi su criteri di merito. Ed uno dei motivi per cui i diavoli blu sono stati  graziati non ha soltanto un nome ed un cognome: Jabari Parker è per molti uno dei miglior prospetti della NCAA.

Jabari Parker

Ala piccola molto robusta (106 kili spalmati su 203 centimetri), possiede un’innata abilità nel trattamento della palla, a tal punto da venire paragonato a Carmelo Anthony. La sua intelligenza tecnico-tattica è notevolmente avanzata per un  atleta della sua età (è un classe ’95, un freshman) e molte delle sue qualità sono quelle che molte franchigie NBA cercano in un giovane. Lavoratore infaticabile riconosciuto per il suo rispetto e la sua correttezza, con o senza la sfera tra le mani è la spina nel fianco più fastidiosa per le difese avversarie: corridore molto fluido, sfrutta il suo gioco molto duro su entrambi i lati del campo, sapendo come approfittare delle disattenzioni dei suoi marcatori. Non sono solo parole ed apprezzamenti ad incoronare Parker: lo swinger di Chicago viaggia su una media a partita di 8.8 rimbalzi e 19.2 punti, totalizzati perlopiù dentro l’area (48.8%) che dalla linea dei tre punti (36%). E sembra come se Parker dia il meglio di sé quando la partita raggiunge un livello molto elevato, basti pensare alle splendide prestazioni contro Kansas (27 punti), UCLA (23 punti) e gli acerrimi rivali di North Carolina (30 punti).

Duke Countdown To Craziness

Jabari Parker, se non fosse per Doug McDermott, ala piccola di Creighton, non avrebbe rivali né per il Wooden Award, né per il Naismith College Player of the Year. Il #1 dei Duke e figlio della leggenda dei Chicago Bulls Sonny Parker, viene costantemente corteggiato da tante franchigie della NBA. Potrebbe finire però ai Milwaukee Bucks, poiché forte è la richiesta dell’head coach Larry Drew di sostituire il possibile partente Carlos Delfino, che nell’estate 2014 potrebbe entrare a far parte della schiera dei free agent, con una giovane promessa. Jabari Parker, il sogno di ogni allenatore, sicuramente non ha abbastanza continuità ed esperienza, requisiti fondamentali di qualsiasi cestista che punta a primeggiare nella lega più affascinante del mondo; ciononostante ha dimostrato una versatilità, una raffinatezza ed un altruismo che difficilmente si possono notare nei suoi coetanei. Ovunque andasse, se lo faranno crescere bene, diventerebbe in breve tempo uno dei punti cardine del roster di quella squadra che riuscirà ad accaparrarselo.

Valerio Scalabrelli – @Scalabro92