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Nba playoffs grades and analysis,Rockets: Howard e Parsons ultimi ad arrendersi, Harden deve essere piu decisivo, Lin irriconoscibile.

The Analysis :

 

Brutto passo falso per gli uomini di coach McHale che, con la sconfitta di questa notte, sono sotto 3-1 nella serie e non potranno piu sbagliare per rimanere ancora nel playoffs.

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I Rockets partono forte nel primo tempo chiudendo in vantaggio di 10. Nella seconda frazione i padroni di casa rientrano in gara e serve un overtime per decidere le sorti del match.

Howard sembra tornato ad alti livelli e, con l’ausilio di Parsons e Harden, i Rockets vanno vicini ad espugnare il “Rose Garden Arena”.

Alla fine però Houston cede di 3 dopo un overtime carico di emozioni, concedendo a Portland la bellezza di 3 match point per chiudere definitivamente il conto (gara 5 di terrà mercoledi @Houston).

 

The Grades :

 

Dwight Howard,voto 7 : il vecchio superman sembra essere tornato a far paura agli avversari : doppia-doppia da 25 punti con 14 rimbalzi (11 difensivi) per far ricordare a Portland ed al mondo intero tutte le sue potenzialità. Nonostante l’asfissiante difesa di Robin Lopez, riesce ad essere determinante aggiungendo anche 2 assist. RIGENERATO

 

Chandler Parsons, voto6.5 : ottima prestazione per l’ala statunitense : chiude con 26 punti, 8 rimbalzi (tutti difensivi), 2 assist e un buon 11/18 dal campo (4/6 dalla lunga distanza). E’ l’artefice dell’ottima partenza dei suoi nella prima parte della gara. CONCRETO

 

James Harden , voto 6 : è senza dubbio il giocatore piu discusso della franchigia. Croce e delizia dei suoi, spesso criticato per i suoi numerosi isolamenti o per i troppi tiri presi in determinati momenti delle gare. Stanotte “Il Barba” mette a referto un onestissimo 28 nella casella dei punti a referto, aggiungendo 4 rimbalzi e 6 assist.

Chiude con 7/14 dal campo e 11/17 dai liberi, partecipando attivamente in alcuni momenti chiave del match. Mantiene un 35% dal campo durante questa serie. Sicuramente puo e deve essere molto piu decisivo. SOTTO PRESSIONE.

 

Jeremy Lin, voto 5 : la Linsanity sembra essere ormai un ricordo sbiadito: dov’è quel giocatore intelligente ed esplosivo ammirato tempo fa? Litiga con la palla (clamorosi i suoi passi non redarguiti dall’arbitro durante il 2° quarto) e da la sensazione di non essere abbastanza concentrato. Chiude con soli 4 punti a referto, 5 rimbalzi e 4 assist che non serviranno per proteggerlo dalle critiche. SBIADITO

 

Panchina, voto 5: Asik (6 punti e 8 rimbalzi in 33 minuti di gioco con 3/5 dal campo), Terrence Jones (8 punti, 6 rimbalzi e 1 assist in 22 minuti di gioco con 3/6 dal campo) non riescono a lasciare il segno.

OKC: Russell Westbrook out fino a metà febbraio

Se su Google immagini si scrive “Oklahoma City Thunder”, la maggioranza delle foto ritrae loro due: Durant e Westbrook, la coppia esplosiva che sta trainando i successi del tuono di OKC, con KD sempre più matematicamente perfetto nei suoi colpi e West più adulto, a servizio della squadra, perfetto direttore d’orchestra intuitivo e potente. Ma da ieri, il duo è spezzato: Oklahoma City si ritrova senza Westbrook, bloccato fino a metà febbraio (almeno fino al 16, la pausa per l’All Star Game) dopo un’operazione in artroscopia al ginocchio destro, lo stesso ginocchio infortunatosi durante i playoff 2013 contro Houston (lesione del menisco esterno). Westbrook, dopo il primo intervento in aprile, aveva subito un’operazione in ottobre, sempre in artroscopia, e i suoi tempi di recupero erano fissati attorno alle 4/6 settimane. Si prevedeva un primo mese di regular season difficile per OKC, ma il play di Long Beach, sorprendendo addetti ai lavori e tifosi, era riuscito in un recupero record, tornando in campo dopo le prime due gare di inizio season (@Utah e @Minnesota). In tutti gli sport i recuperi record destano sempre particolari preoccupazioni, e in NBA spesso le cose fatte in fretta si complicano ancor più del dovuto. Il general manager dei Thunder, Sam Presta, ha tenuto a specificare come, da quel momento, Westbrook abbia giocato tranquillamente, senza problemi, con prestazioni sempre in crescita (e la tripla doppia messa a segno per Natale contro NYK lo dimostra), ma che “di recente aveva accusato un dolore al ginocchio. In seguito, la risonanza magnetica ha evidenziato un problema che prima non esisteva o che non era individuabile – ha continuato Presti in un comunicato stampa-, e un ulteriore consulto ci ha fatto capire che, per risolvere il gonfiore, era necessaria una nuova operazione”. Terza operazione nell’arco di 8 mesi, dunque, per Westbrook, che lascia tutto il peso della squadra sulle spalle di KD, saltando almeno 27 gare prima del ritorno in campo.

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In sua assenza, verrà promosso Reggie Jackson, che dalla panchina aveva messo a segno prestazioni di rilievo, ma non sembra ancora pronto alla responsabilità di guidare una squadra come quella di OKC. D’altro canto il suo utilizzo indebolisce la second unit, punto forte dei Thunder. Ibaka è in crescita regolare, ma ha ancora bisogno di tempo. Lamb da la sua bella mano dalla panchina, ma non basta. Senza dubbio, Durant dovrà dimostrare adesso quello che lui stesso e chi crede in lui si aspetta da tempo: di saper vincere anche da solo, di avere una tale forza mentale e fisica da poter guidare la squadra al successo sempre, anche senza il carattere, i colpi e le intuizioni di West. Di guadagnarsi sul serio, a morsi, quel benedetto MVP. Potrebbe addirittura essere l’occasione giusta per il suo scatto di livello, dimostrando la sua vera forza in un momento d’emergenza. Ieri sera contro Charlotte è sembrato un po’ fuori fase, comprensibilmete: gli sono serviti 28 tiri per metter dentro 34 punti, che hanno comunque sortito l’effetto sperato. Bobcats battuti, 89-85, seconda gara di season sotto i 90 punti (la prima era stata la sconfitta contro Minnesota, seconda gara di season, guardacaso senza Westbrook). Per stavolta son bastati, ma i Thunder devono fare più e meglio di così, se vogliono mantenere il ritmo che li ha portati in testa alla Western Conference. Il prossimo avversario è Houston in casa: sarà difficile far valere il fattore campo contro Howard, Jeremy Lin, Parsons e l’ex di turno, Il Barba James Harden. Adesso sta tutto nelle mani di KD. 

 

Scambio sull’asse Nets-Rockets: Williams, Asik e Lin i nomi caldi

Secondo Bleacher Report i Brooklyn Nets e gli Houston Rockets stanno pensando ad uno scambio che porterebbe Deron Williams a Houston e Omer Asik e Jeremy Lin ai Nets. I Nets stanno giocando una brutta stagione e l’infortunio di Brook Lopez penalizza ancora di più la squadra. Quindi l’arrivo di Asik potrebbe aiutare la squadra. Inoltre Asik ha manifestato più volte la voglia di andare via da Houston quindi la strada sembra molto percorribile. Deron William vs Celtics Lo scambio completo prevede: Brookly Nets: Omer Asik, Jeremy Lin e una prima scelta del 2015 ed una seconda scelta del 2015 Houston Rockets: Deron Williams. Le scelte sono state inserite dai Rockets per cercare di addolcire la partenza di Deron Williams: i Nets ci pensano seriamente, visto che potrebbero abbassare il tetto salariale e regalare a Jason Kidd una superstar in meno da gestire nello spogliatoio pieno di prime donne di Brooklyn e dei comprimari di assoluto valore.

V.D.
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Houston @Indiana 81-114: Dopo due sconfitte di fila i Pacers travolgono i Rockets

Prova di forza per Indiana che, davanti ai 18000 della “Bankers Life Fieldhouse”, travolge Houston con ben 33 punti di scarto, con una gara a senso unico: i Rockets non riescono mai ad entrare in partita.

Pacers Hibbert George
Eloquente la gara del barba Harden (12 pts, 3 rbz, 2 ass con un enigmatico 3/14 al tiro) e leggermente meglio ha fatto Dwight Howard (19 pts, 12 rbz), best scorer per Houston.

Ottimo il contributo, per i Pacers, di Luis Scola, CJ Watson e Ian Mahinmi : ben 31 punti complessivi per loro.
MVP della partita il solito George per Indiana (24 pts, 9 rbz, 4 ass) coadiuvato dal solito Lance Stephenson (16 pts, 6 rbz, 6 ass).
“A questa squadra non piace affatto perdere. Ne abbiamo perse 2 di fila e prima della gara ci siamo detti : giochiamo da pazzi. E cosi è stato per tutta la partita”: queste le parole di coach Vogel di Indiana a fine gara. 
Non sono stati della partita Jeremy Lin (ancora problemi alla schiena) e Asik (contusione coscia destra) per i Rockets, Hill per i Pacers. 

UP Next Indiana : Domenica vs Boston
UP Next Houston : Sabato@ Detroit

M.M.

Raptors vs Rockets 104-110, Houston vince al secondo Overtime

In vantaggio di 14 punti all’intervallo lungo, Houston riesce a farsi superare e riuscire a pareggiare a 34 secondi dalla fine, costringendo i Raptors all’overtime sull’87 pari grazie ai due tiri liberi di Harden: non basta un extratime ma ce ne vogliono due per regalare la vittoria ai Rockets per 110-104 al Toyota Center.

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“Siamo ancora un po’ nel fango, ma i ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro – ha detto Kevin McHale, coach di Houston -. Abbiamo trovato un modo per vincere. E questo era quello che dovevamo fare”. Grande prestazione di Jeremy Lin che ha segnato 31 punti partendo dalla panchina (il primo a farlo per i Rockets dopo Chase Budinger) e di Dwight Howard, autore di 18 punti e 24 rimbalzi.

Howard Harden

A niente è servita la grande gara di Rudy Gay e DeMar DeRozan, rispettivamente 29 punti e 10 rimbalzi e 22 punti, che hanno cercato in tutti i modi di vincere la partita per regalare la vittoria a Toronto. “Mi è piaciuto il modo in cui ci siamo battuti – ha detto il coach dei Raptors Dwane Casey -. Dobbiamo segnare di più, abbiamo messo solo il 25% dei tiri nel primo tempo, ma siamo riusciti a tornare in gioco grazie alla nostra difesa“.

NBA: Blake ad 1.3 dallo scadere regala la vittoria a LA, Lakers-Rockets 99-98

Più triple di squadra per i Lakers, meno gioco di squadre per Houston: è tutta qui la sconfitta di Harden e compagni contro il team di Mark D’Antony; la precisione dal campo e dai tre punti ha fatto la differenza nella sfida tra Lakers e Rockets, chiusa sul 99-98. Howard

Dwight Howard ha ri-incontro i suoi ex compagni di squadra dei Lakers : Gasol alla vigilia lo aveva addirittura difeso, dicendo che aveva fatto bene a scegliere di lasciare LA per il progetto dei Rockets, anche se la sua decisione non è andata giù ai tifosi e a Kobe, con gli altri gesti amichevoli e nessuna tensione.

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Il migliore per punteggio è stato Harden con 35: per l’ex Denver Nuggets il rendimento non è stato però elevatissimo, visti gli errori dal campo soprattutto nel primo quarto, tanto che chiuderà con 9-24 da 2, 3-9 da tre, e invece si conferma infallibile dalla lunetta con 14 tiri liberi realizzati su 16 disponibili.
A Houston Howard soffre un po la pressione e non realizza la sua miglior gara: per lui 15 punti ma grazie allo strapotere fisico recupera tutti i rimbalzi sotto canestro con un 13 in difesa, (14 totali) in 36 minuti.
Jeremy Lin lo supera di un punto (16) in 31 minuti con 5-8, 1-2 e 5-8: in doppia cifra ci arriva oltre ai tre anche Chandler Parsons con 16 punti (6-11 dal campo; 1-3 da tre; 3-4 liberi).
A fine gara i Rockets hanno tutti i motivi per essere rammaricati della sconfitta al Toyota Center: più stoppate per Houston (7), più palle rubate (12) e più punti da palle perse (26) e meno falli (17) ma non bastano a contrastare gli assist  dei Lakers, che confermano la grande abnegazione di Nash e compagni (26) e i rimbalzi offensivi (13).

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I Lakers hanno però saputo sovvertire al meglio, i pronostici, come contro i Clippers: grande lavoro di squadra sia in fase offensiva che in quella difensiva, dove hanno saputo contenere al meglio Hardern e Howard. La differenza allo scadere la fa Steve Blake che da rimessa riesce a trovarsi lo spazio per piazzare una tripla paurosa: per lui 4-6 da tre complessivi e 14 punti. La chiave di lettura del match sta proprio nelle triple: i Lakers hanno una media del 45,7% mentre per Houston si assesta sul 26%; inoltre maggiore precisione anche nei tiri da due punti con un 39,1 contro il 37,7 e dal tiro libero dove arrivano al 73% contro il 63,5% degli avversari.
Paul Gasol riesce a restare in campo per 31 minuti giocando su ritmi accettabili ma realizza soltanto due punti; importante per lo spagnolo è il lavoro sotto canestro dove recupera 11 rimbalzi; Steve Nash invece tocca quota 12 punti e 6 assist.
A completare il quadro ci pensano le doppie cifre di Young (11 punti), Johnson (16), Farmar (11) e Meeks (18): oltre a loro Kaman ne aggiunge 6 come Jordan Hill, solo tre per Henry invece.

Blake