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NBA news: Kobe Bryant tornerà in campo?

Il rientro di Kobe Bryant sembra essere ancora molto lontano. Ed a confermare tale sospetto ci ha pensato lo stesso giocatore americano mediante varie conferenze stampa. Ma il vero malessere che agita “Black Mamba” sono i continui rumor che circolano in merito alla sua situazione. Primo fra tutti, quello riguardante un suo possibile ritiro. È vero, Kobe ormai ha 35 anni, ma ha sempre colto l’occasione per smentire quest’ipotesi e ribadire, invece, un suo prossimo rientro in campo. Rientro che, però, viene puntulmente posticipato ogni qual volta si avvicina la data designata.
kobe bryant
Il suo contratto vale ormai quasi 50 milioni di dollari, dollari che pesano molto sulla gestione societaria che ha visto la sua “stella” giocare solo sei partite in questa stagione. Di certo ciò non fa bene al cestista, che continua comunque il suo lavoro di recupero dall’infortunio (frattura del piatto tribale del ginocchio sinistro), cercando di non badare troppo alle critiche e alle continue voci sul suo conto. Anzi nell’ultima sua conferenza non si è risparmiato dal punzecchiare i suoi “aguzzini”, dicendo: “Revenge is sweet and it’s quick”.
Mario Ramogida, @marioramogida

Kobe su Belinelli: “Ha vinto con 5 airball”

Kobe Bryant non ha partecipato all’All Star Game a causa del suo infortunio, ma era comunque presente a New Orleans e si è reso disponibile per una conferenza stampa .

Paul George vs Kobe
Uno dei temi affrontati è stato il suo infortunio e le sue parole a riguardo sono state: “Tornerò quello di prima? È il quesito che mi pongo spesso. A volte mi dico di no. Ma è proprio quella la grande sfida e allora ce la metto tutta.”

Poi, come recentemente ha fatto LeBron James, gli viene chiesto quali sono per lui i migliori quattro giocatori di sempre. “Dico Magic, Bird, Jordan e Russell. Ma è dura tenere fuori tutti gli altri.

Infine ha commentato la vittoria di Marco Belinelli al Three Point Shootout dicendo: “La gara da tre punti? Mi piacerebbe partecipare. Sabato ha vinto Marco Belinelli con cinque airball… Sicuro che io airball non ne tiro.”
Vincenzo Dragotto
http://amorebasket.altervista.org/blog/

 

Focus on Kobe: un incubo infinito

“Non si può che essere dispiaciuti per Kobe – ha commentato coach Mike D’Antoni – Ha lavorato così duro per tornare in campo”.
Non ce la fa proprio, il recupero sembra ancora lontano: Kobe Bryant alza bandiera bianca. Non solo non sarà in campo in questo fine di gennaio, ma non lo vedremo nemmeno alla prossima 63esima edizione degli All-Star Game in programma il 16 febbraio alla New Orleans Arena di New Orleans. Ma da dove nasce questo incubo? Perchè Kobe Bryant (considerato l’erede del più grande giocatore di sempre dell’ NBA, Michael Jordan) è passato dall’essere quasi un dio all’essere invece dimenticato da tutti? Quale sarà il suo futuro?

Kobe injury

Molti sono quelli che si fanno queste domande e noi oggi proveremo a dare delle risposte a tutte, o almeno a far chiarezza in questa vicenda che sta diventando un vero e proprio caso. Tutto ebbe inizio la sera del 12 Aprile 2013. Allo Staple Center andava di scena Los Angeles Lakers contro i Golden State Warriors. Tre minuti alla fine, palla tra le mani di Bryant, spalle al canestro. Girata improvvisa e scatto verso il tabbellone, sembra scivolare, cade, fallo per i Lakers. Rimane a terra per dei secondi infiniti (già si teme il peggio), si avvicina alla panchina dove riceve subito le prime cure mediche, si rialza e va in lunetta per i due tiri liberi. Il pubblico, il coach e i compagni di squadra tirano un sospiro di sollievo: realizza i liberi ma si avvia subito negli spogliatoi, di sicuro per motivi precauzionali. La partita finisce 118 – 116 per i padroni di casa. Ma la festa per la vittoria finisce ben presto, la diagnosi è grave: rottura del tendine di Achille, stop previsto di 8 -12 mesi, un’eternità. A 35 anni ormai, i più pessimisti, parlano di ritiro, ma non lui. Nell’intervista rilasciata a fine partita, usa parole pesanti, consapevole di quanto successo ma allo stesso tempo non rassegnato del tutto (o almeno nasconde bene la sua grande delusione e paura): “Sapevo che era il tendine, ma speravo che il dottore mi dicesse altro. Sono infuriato. Mi sento come se mi avessero preso a calci. E’ un movimento che ho fatto milioni di volte, ma ho sentito un pop nel tendine. Ho provato a caricare il peso sul tallone appena rialzato, ma non riuscivo quasi a camminare. E’ la più grande delusione della mia carriera: avevo lavorato così tanto. Continuerò a giocare, ma non ho mai avuto a che fare con niente del genere in passato. Cosa mi aspetta adesso? Risonanza magnetica, operazione e poi convalescenza. Sarà un processo lungo, ma lavorerò duro. E’ la sfida più difficile della mia carriera”. È vero, forse la partita più difficile della sua vita, più difficile di un gara 7 di finale dei Play-off. Senza di lui il cammino dei Lakers nei successivi Play-off si fa difficile e infatti vengono subito elimanti dai San Antonio Spurs di Tony Parker: la squadra è in caduta libera. Ma nonostante ciò il 5 volte campione NBA ricomincia da zero, si rimbocca le maniche e fa di tutto per poter tornare in campo a fianco dei proprio compagni il prima possibile. Si sente come un leone in gabbia, lavora lavora tra fisioterapia e palestra.

Passa l’estate, il campionato ricomincia senza di lui. Ma finalmente dopo 8 lunghi mesi può rimettere di nuovo piede nel campo che tante soddisfazioni gli ha dato. 8 dicembre 2013, partita contro i Toronto Raptors: Kobe entra in campo, indossa la maglia numero 24, è il ritorno glorioso di “Black Mamba”. Ci mette un po a curburare ed a far carburare la squadra che vive un brutto momento, che non riusce ad esprimere il gioco di Coach D’Antoni, ma anzi entra in una vere e propria crisi di risultati. Partita dopo partita recupera sempre di più la forma ritornando ai livelli pre-infortunio. Ma la buona sorte sembra davvero avergli girato le spalle. Partita con i Memphis Grizzlies, mancano di nuovo 3 minuti dalla fine del terzo quarto, di nuovo a terra, dopo un contrasto con Tony Allen. Per un secondo alla mente di tutti ritorna la scena del primo infortunio, ma subito dopo il sospiro di sollievo. Si rialza e torna in campo per goocare anche l’ultimo quarto portando alla vittoria finale la sua squadra per 96 – 92. Sembra nulla di grave, ma la prima diagnosi viene smentita subito dopo i successivi accertamenti: frattura del piatto tribale del ginocchio sinistro. Di nuovo un altro infortunio, di nuovo un altro stop. Stavolta però la faccenda sembra qualcosa di meno grave di quella precedente: “solo” 6 settimane di stop. Ed arriviamo ad oggi. Il suo ritorno era previsto per la fine di gennaio, massimo per gli inizi di febbraio, ma niente. Ancora non riesce a ritornare sul parquette ed anzi il suo rientro è stato postecipato a data da destinarsi. “Non si può che essere dispiaciuti per Kobe. Ha lavorato così duro per tornare in campo”: queste le prime dichiarazioni di coach D’Antoni. Di certo non ci voleva per la squadra della città degli angeli, che con Bryant, perdono un altro giocatore, dopo l’infortuni di Nash, Farmar e Blake. Il suo futuro? Di certo un’altra batosta per Kobe, morale e fisica, ma di certo se è riusciuto a rialzarsi dopo il primo infortunio, riuscirà a superare anche questo. La caduta è forte, ma forte è colui che riuscirà a rialzarsi.

Mario Ramogida

Los Angeles Lakers: Kobe Bryant ancora ai box

Kobe Bryant back

Se di recente vi sarete chiesti che fine abbia fatto The Black Mamba, lui stesso saprà sicuramente darvi una (amara) risposta. Kobe Bryant, bandiera dei Los Angeles Lakers, dovrà ancora aspettare un po’ di tempo prima di fare il suo ritorno sul parquet dello Staples Center: secondo quanto riferisce il Bleacher Report, il n°24 potrebbe rimanere fuori dalle 2 alle 4 settimane poiché la frattura al piatto tibiale laterale non si è ancora risolta. Questo, a detta del dr. Steve Lombardo, il medico dei Lakers che ha curato tutta la riabilitazione, ha creato sconforto e malumore in Kobe. Sconforto e malumore che si sono accentuati dando un’occhiata alle statistiche: Gasol e compagni, infatti, hanno registrato un tutt’altro che invidiabile record di 4 vittorie e 16 sconfitte da quando a Bryant è stata diagnostica la frattura, dimostrando così quanto il nativo di Filadelfia sia fondamentale per il suo team. Nel frattempo, dando un’occhiata al resto dell’infermeria, dovrebbero tornare a disposizione di coach D’Antoni sia Steve Nash che Jordan Farmar.

 

Valerio Scalabrelli

Focus on Lakers: la crisi infinita!

Una stagione così, con più bassi che alti, i tifosi dei Los Angel Lakers non la ricordano da tanto tempo. Negli ultimi anni infatti la squadra californiana era riuscita a dominare il campionato, vittoria dopo vittoria. Ma alla base di questa crisi che sembra infinita ci sono vari fattori, a partire dai vari infortuni dei suoi giocatori più significativi fino ad una sbagliata gestione societaria e di politica interna.

Partiamo dal primo punto, l’infortuni. Giorno dopo giorno, quasi come una maledizione, la squadra ha iniziato a decimarsi perdendo i giocatori che avrebbero potuto dar un senso all’intera stagione. Il primo di questa infinita lista è Steve Nash: il playmaker canadese soffre infatti di un continuo dolore alla schiena che ha rischiato addirittura di farlo ritirare dalla carriera profesionistica, come ha dichiarato in un’intervista rilasciata subito dopo l’infortunio: “Potrei non riuscire più a giocare. La situazione ora come ora è molto delicata. Voglio evitare di affrettare i tempi e dovermi fermare in continuazione, facendo avanti e indietro dalla lista infortunati. Voglio cercare di recuperare al meglio ma è difficile, visto che la mia situazione fisica è molto complessa”. Ritonerà probabilmente a fine gennaio. Un’altro pezzo grosso che si è fermato, forse il più importante del puzzle dei Lakers, è Kobe Bryant.

Kobe-Bryant-Kevin-Durant-Lakers-Thunder

L’erede di Michael Jordan, appena rientrato da un infortunio che lo ha tenuto lontano dal parquette per otto lunghi mesi, si è rifermato per sei settimane causa frattura al piatto tribale del ginocchio sinistro. Tegola pesante per la squadra di Mike D’Antoni, ma soprattutto per il basket americano. Per lui il rientro è stato previsto per la metà di febbraio. A fermarsi sono inoltre Formar, Blake e Henry (per lui continui problemi alla cartilagine del ginocchio destro).

Punto due, la sbagliata gestione societaria. Esempio di questa situazione è la gestione di Jordan Hill. Il giocatore ormai è quasi fuori rosa, usato pochissimo dal coach, un continuo via vai tra il campo e la panchina. Ma la verità è stata la sempre difficile convivenza con Mike D’Antoni, considerato da lui più un giocatore di sostanza che di realizzazione (fattore tipico del suo gioco). La società vorrebbe tenerlo nonostante il suo eccessivo stipendio, ma visti gli attuali rapporti, preferirebbe venderlo. Infatti intorno al giocatore si sta facendo largo buon mercato, che vedono i Golden State Warriors in cima. Parte se D’Antoni rimane alla guida della squadra, rimane se lascia a fine stagione. Ma le parole del General Manager Kupchak sembrano smentire quest’ultima ipotesi, che da piena fiducia all’allenatore. La questione rimane comunque spinosa e oltre ad essere trattata con i guanti deve essere risolta nel più breve tempo possibile.

aldridge, Hill

 

Punto terzo: sbagliata politica interna. In questo caso il primo nome che spunta è quello dello spagnolo Paul Gasol. Dopo il fallito passaggio con Cleveland in cambio di Bynum, il giocatore sembra esser calato nettamente di prestazione. Ad aggravare la sua situazione è la mancanza in campo del suo miglior compagno di squadra, nonchè amico, Bryant, con il quale aveva una media realizzativa altissima. Attualmente la squadra è in una bassa posizione in Wester Conference, con ben 26 sconfitte e una percentuale di vittorie (solo 16) peggiore da 29 anni. I tifosi vogliono delle risposte immediate e la luce fuori dal tunnel è ancora lontana, ma la speranza è l’ultima a morire.

Mario Ramogida

Lakers, Kobe: “Voglio tornare più forte di prima”

Kobe Bryant è stato molto chiaro nella sua ultima intervista. Lui non ha la minima intenzione di stare fuori tutta la stagione, indipendentemente dal record dei Los Angeles Lakers. Bryant subirà una visita al suo ginocchio sinistro a febbraio e valuterà se la gamba sta bene oppure no.L’unica cosa a cui posso pensare è stare bene e essere sempre più forte. Non posso permettere a me stesso di pensare in un altro modo. Devo solo pensare al prossimo passo. Per fare qualsiasi cosa non bisogna avere distrazioni. Pensare, come dite voi (giornalisti), a come va la squadra, a quanto devo rimanere fuori, questo e quell’altro, è completamente sbagliato. Mi rifiuto di pensare in quel modo.”

Kobe injury

Vincenzo Dragotto:
http://nbarumorsitaly.wordpress.com/2014/01/18/kobe-bryant-non-voglio-stare-fuori-tutta-la-stagione/

NBA news: Kobe e Nash in campo il 28 gennaio

I Los Angeles Lakers sembrano ottimisti. Infatti, secondo Mike Bresnahan (LA Times), Mike D’Antoni spera che Kobe Bryant e Steve Nash tornino in campo il 28 gennaio nella partita contro gli Indiana Pacers.

kobe bryant
Steve Nash ha avuto diversi problemi alla schiena, mentre Kobe Bryant aveva saltato le prime 19 partite a causa dell’infortunio al tendine di Achille procuratosi la scorsa stagione e solo dopo 6 partite ha dovuto fare i conti con un nuovo infortunio al ginocchio sinistro.
Ma non solo loro hanno subito infortuni che li hanno lasciato fuori dal campo. Anche molti altri giocatori come Farmar, Gasol, Blake ecc. hanno subito diversi infortuni. Basta pensare che Kendall Marshall è la sesta guardia titolare che i Lakers hanno avuto in questa stagione.
Inoltre la squadra non sta vivendo un periodo positivo. Infatti hanno perso nove delle ultime 10 partite.
Adesso devono solo sperare di trovare in forma Kobe e Steve al rientro dal loro infortunio, cosa però molto difficile.

Vincenzo Dragotto

http://nbarumorsitaly.wordpress.com/

Los Angeles Lakers @Atlanta Hawks 100 – 114, i Lakers crollano nel terzo quarto contro i convincenti Hawks

La chiave della partita sta nei 67 punti incassati dalla difesa di Los Angeles dopo l’intervallo.
Durante i primi 2 quarti i Lakers hanno giocato alla pari con Atlanta , per poi crollare nella seconda parte di gara.
Senza un vero playmaker a fare gioco , tocca a Kobe Bryant (8 pts ,3 rbz ,6 ass) provare a costruire il gioco per i suoi.
I risultati non sono stati eccezionali : Kobe è stato frequentemente pressato dai suoi avversari e , complice una forma fisica ancora sotto gli standard ottimali , non è riuscito a dettare le giuste geometrie ai suoi compagni.
Kobe chiude con un mediocre 4/14 al tiro con 0/5 dalla lunga distanza.
Best scorer per i Lakers è stato Nick Young (23 pts ,4 rbz ,1 ass) seguito da Jordan Hill (21 pts ,9 rbz con un ottimo 8/8 per lui).
Buon contributo anche per Gasol con 16 punti e 10 rimbalzi .

NBA: Preseason-Sacramento Kings at Los Angeles Lakers
Per Atlanta 19 punti , 10 rimbalzi e 5 assist per Al Horford , mentre Millsap chiude con 18 punti e 9 rimbalzi.
Da segnalare i 14 punti in 13 minuti per Mike Scott, con un buon 5/6 al tiro per lui.
Ancora fuori per infortunio sia Nash (problemi schiena) , Blake (strappo legamento collaterale) e Farmar (bicipite femorale sinistro)

horford

UP Next Lakers : Martedi @Memphis
UP Next Hawks : Mercoledi VS Sacramento