Archivi tag: NBA

Dunk NBA diventa NBA Passion! Nuovo sito, nuovo nome, stessa sostanza a spicchi!

Da oggi, ufficialmente, il blog Dunk NBA diventa NBA Passion e si sposta all’indirizzo http://www.nbapassion.com/, per aprire la porta a nuove possibilità, nuove collaborazioni e nuove idee, ma restando fedele al progetto originario. Per trovare le nostre notizie vi basterà cliccare qui e mettervi comodi, lo spettacolo è appena cominciato!nbapassionDEF

Thunder @ Spurs 105-122: OKC si impegna, ma San Antonio vince con merito gara-1

Non si può negare che i Thunder ci abbiano provato: nella prima gara delle Finals di Western Conference tra San Antonio e Oklahoma City, com’era prevedibile, il team di Popovich ha letteralmente sovrastato, per forza, esperienza e solidità il team di Scott Brooks, anche se, con Ibaka in campo (fermo per una lesione muscolare al polpaccio sinistro) la musica sarebbe stata sicuramente diversa. A dispetto dei suoi 38 anni, Tim Duncan ha giocato una partita da condottiero puro, segnando 27 punti in 29 minuti, spingendo il resto del team nelle pochissime situazioni di stallo e facendosi trovare sempre al posto giusto al momento giusto. Aggiungete poi un Tony Parker col coltello tra i denti (con certe giocate da spiritello maligno) e un Danny Green  che mette 4 bombe su 5, e il successo è servito (speriamo non lo sweep, per il bene dello spettacolo).parker, westbrook, spurs, thunder

San Antonio pigia sull’acceleratore già dal primo quarto, arriva fino al parziale di 9-20 (con 10 punti di Timmy in 7 minuti) prima che OKC possa cominciare a giocare, ma i Thunder rispondono,  e con i primi 3 punti di D-Fish, entrato per Westbrook, chiudono il primo quarto sul punteggio di 27-30 per gli Spurs. Si torna in campo, e la battaglia si accende: OKC ci crede, Fisher si mette i compagni sulle spalle e gioca come un ragazzino (l’etica del lavoro), ma dall’altro lato cominciano a piovere le bombe di Green, Tony Parker gira come un matto, e sul 46-52 San Antonio piazza un break di 11-2 inaugurato da Splitter e consacrato da un Parker scatenatissimo. Sul 48-63, finalmente, KD mette una luce tripla nel buio prima del time out, e al rientro Perkins e Jackson scuotono gli ospiti, tentando di ricucire lo strappo, e si portano sul 59-67. Un dato su tutti scrive a chiare lettere la parola Ibaka su questa gara: San Antonio a metà gara aveva segnato il 62% dal campo con 40 punti su 67 segnati dal pitturato, contro il 48% di Oklahoma (con soli 18 punti su 59 arrivati dall’interno dell’area).

Nel terzo quarto però i Thunder ritrovano lo splendido duo, il tandem Durant-Westbrook, che mette a segno 21 dei 23 punti segnati da OKC nel terzo parziale e portano addirittura al vantaggio degli ospiti: nei minuti centrali i due fanno 17 punti, contro i 5 di San Antonio, e si portano sul 76-75, ma poi gli Spurs li ricacciano indietro di prepotenza con un break di 12-2 e chiudono il terzo quarto sul punteggio di 82-89. Nell’ultima frazione San Antonio decide di piazzare subito l’affondo decisivo per chiudere definitivamente le danze e si porta sul +13 a metà quarto (90-103), per poi amministrare con tranquillità i minuti rimanenti. Al suono della sirena il punteggio finale si fissa sul 105-122 per i padroni di casa, che si aggiudicano, meritatamente, gara-1.

Prossimo appuntamento: domani notte, sempre alle 3.00 italiane, sempre all’AT&T Center di San Antonio, Texas.

San Antonio Spurs vs Oklahoma City Thunder

Buono l’impatto di Marco Belinelli al match: col suo ingresso in campo, tra secondo e ultimo quarto, diventa il primo italiano della storia a giocare una gara dei PO! Registra 5 punti, 2 rimbalzi e 3 assist in 16 minuti.

MVP di serata: Tim Duncan, impossibile non dire altrimenti, in una serata storica per The Big Fundamental, che, con Ginobili e Parker raggiunge quota 110 vittorie ai PO, eguagliando il record di tutti i tempi di Johnson, Abdul-Jabbar e Cooper come trio più vincente in postseason.

Una postilla a parte per D-Fish, che, alla soglia dei 40, lì lì per sedersi su una particolare panchina di NYC, lotta ancora come un leone  e segna la bellezza di 16 punti con 4 triple su 6 e 4 liberi su 4 mandati a segno.

 

Numeri

Thunder: Durant (28 pts, 9 reb, 5 ast), Westbrook (25 pts, 7 ast, 5 reb), Fisher (16 pts, 4/6 da tre), Jackson (13 pts).

Spurs: Duncan (27 pts, 7 reb, 3 ast), Ginobili (18 pts, 3/4 da tre), Green (16 pts, 4/5 da tre), Leonard (16 pts, 6 reb), Parker (14 pts, 12 ast).

OKC: 46.3% (37-80) da due, 44.4% (12-27) da tre, 82.6% (19-23) ai liberi.

San Antonio: 57.5% (50-87) da due, 52.9% (9-17) da tre, 76.5% (13-17) ai liberi.

 

Serie: San Antonio-Oklahoma City 1-0

 

 

Virginia Sanfilippo, @sanfi_fm

Western Conference, storia di una finale annunciata

Oklahoma City Thunder vs San Antonio Spurs, mai come quest’anno la finale è stata più annunciata. Le prime due del tabellone occidentale giocheranno la serie finale, che si preannuncia ad alto tasso di spettacolarità e pericolosità per chi, sfortunatamente, ha problemi cardiaci.

La squadra di Popovich sembra arrivare con i favori del pronostico, vista la lezione di basket rifilata ad i Portland Trail Blazers, la spaventosa fase difensiva e la fluidità degli schemi offensivi. I Thunder, invece, hanno visto scendere le proprie quotazioni dopo la notizia dell’infortunio di Serge Ibaka, fondamentale negli schemi difensivi di Scoitt Brooks, che, comunque vada la serie contro San Antonio, non giocherà fino alla prossima stagione.Tony Parker, Manu Ginobili, Tim Duncan

La sfida è di quelle da non perdere e mette difronte due filosofie di gioco, quasi, completamente diverse: la collettività del gioco degli Spurs, capace di rendersi pericolosa con tutti gli effettivi, e l’imprevedibilità dei singoli dei Thunder, che mettono in mano alla fantasia, e soprattutto al talento, di Russel Westbrook e Kevin Durant la fase offensiva. Una sfida in cui è inutile mettere sul piatto della bilancia i numeri e le statistiche, quel che è successo in stagione regolare e, fin qui, in post-season.nba_g_durant_westbrook_thunder

Ce la faranno Durant e Westbrook a raggiungere la finale, o si imbatteranno sullo scoglio rappresentato dai ‘Big three‘? Riuscirà Tim Duncan ad arrivare all’ennessima finale della sua carriera? Riuscirà Brooks a mettere a tacere chi critica il suo operato? Ce la farà Popovich a motivare ancora una volta i suoi? Non è più tempo per le domande. Non c’è più tempo per pensare a come fare. Stanotte all’AT&T Center, così come nelle prossime partite della serie, ne vedremo delle belle, e nessuno ne resterà deluso.

Per Dunk NBA

Shedly Chebbi (@shedly7)

Heat @ Pacers 96-107: Indiana domina Miami e conquista gara-1!

Al Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis tornano in scena i veri Pacers: gara-1 delle Finals di Eastern Conference viene dominata e conquistata da una ritrovata Indiana, che conduce la sfida dall’inizio alla fine, dal 7-0 d’apertura al definitivo 107-96. Il quintetto base di coach Vogel va tutto in doppia cifra, l’attacco gira senza forzare mai, Paul George ha segnato 24 punti, con due triple a metà primo quarto per portare alla prima doppia cifra di vantaggio i Pacers.
Tra la fine del primo e l’inizio del secondo quarto, gli Heat hanno provato, prima con James e Allen e poi con Wade, a riportare il punteggio in parità, ma sono stati ricacciati indietro dai colpi di Watson e Stephenson e da lì nemmeno il buon LeBron ha potuto più far nulla. Molto più cinica e precisa al tiro, Indiana si dimostra concentratissima: “Era la gara che aspettavamo da tutta la stagione”, così la descrive Paul George al termine, e si vede. Per i Pacers non è una sfida come le altre, Hibbert & Co. sembrano automi, sbagliano pochissimo, fanno il 42.1% al tiro da tre e il 78.4% ai liberi, contro i 26.1% e 66.7% degli Heat.
Nel terzo quarto Indiana da un’accelerata e piazza un break di 11-2 che la porta addirittura al +18 (54-72), che mantiene fino a 2 minuti dalla fine del terzo quarto, quando Miami si scuote e con un 12-0 piazzato a cavallo col quarto quarto si riporta a -9 (74-83). Ma Indiana risponde presente e in pochi minuti ritorna sul +15 (dopo un fallo di Chalmers su Watson punito con un flagrant), per poi chiudere i giochi sul definitivo 107-96.nba_u_heat11_1296x729-heat-pacersw
Per la prima volta in questi Playoffs, i Pacers vincono la prima gara di una serie, e per la prima volta nelle ultime tre serie PO contro Miami, i Pacers vincono gara-1. Adesso, in gara-2, West & Co. saranno chiamati a fare la gara della vita, per mettere a frutto la splendida prestazione di stanotte e cominciare concretamente a pensare di poter mettere le mani sulle Finals. Staremo a vedere. Appuntamento a domani notte, sempre al Bankers Life Fieldhouse, ore 20.30 locali, le 2.30 italiane.
Miami-Indiana 0-1
Indiana: George (24 pts, 4/7 da due, 3/6 da tre, 7 ast), West (19 pts, 7 reb), Hibbert (19 pts, 9 reb), Stephenson (17 pts, 8 ast), Hill (15 pts, 3/7 da tre), Watson (11 pts).
Miami: Wade (27 pts, 11/17 da due, 4 ast), James (25 pts, 10 reb, 5 ast), Andersen (14 pts, 6/7 da due, 4 reb), Allen (14 pts, 5 reb, 4 ast).
@sanfi_fm

Il 20 Maggio tornano ufficialmente gli Hornets!

Martedì 20 maggio, lo stesso giorno della draft lottery, e a distanza di 10 anni, la città di Charlotte riavrà i suoi “Hornets”. A darne la notizia è lo Charlotte Observer. La pratica era stata avviata circa un anno fa, il 21 maggio 2013, dallo stesso presidente Micheal Jordan, che con un comunicato annunciò di aver iniziato l’iter e di voler sottoporre la questione all’NBA, che il 18 luglio, con l’unanimità di consensi di tutti i proprietari, ha approvato il cambio di denominazione che martedì diverrà ufficiale. L’intento di MJ era quello di restituire alla città una qualificazione particolarmente sentita, oltre al logo e ai vecchi colori che tanto hanno spopolato nell’Nba degli anni ’90 (il verde acqua/azzurro e le strisce bianche verticali alle quali si sono poi ispirati i Rockets, i Pacers, i Magic).hornets-logo-story

A rendere possibile questo ‘ritorno alle origini’ è stato il contestuale passaggio degli ormai ex New Orleans Hornets (che di fatto rappresentano ancora il vecchio team, visto che gli attuali Bobcats sono nati nel 2004), in procinto di cambiare nome in “Pelicans”. Il nickname “Hornets”, oltre al significato vintage per gli amanti del basket (ricordiamo Alonzo Mourning, Glenn Rice, Eddie Jones), ha anche un significato storico, riferendosi al periodo in cui, durante la Rivoluzione Americana, la città rappresentò un “nido di calabroni” per i patrioti opposti alle forze britanniche.

La nuova denominazione, il ritorno alle origini con il vecchio logo e i vecchi colori, rappresentano solo alcuni dei motivi per essere ottimisti per il futuro prossimo. La franchigia, dopo anni di sofferenza e una sola apparizione ai playoff nella stagione 2009/10, è quest’anno tornata alla post-season, sebbene sweeppata per mano dei Miami Heat, ma i motivi per sorridere ci sono, vista la maturità finalmente raggiunta di Kemba Walker, la leadership di Al Jefferson e un sempre più collaudato cast di supporto, con Gerald Henderson, Josh McRoberts e Micheal Kidd-Gilchrist a completare il quintetto e un’età media giusta per fare il salto di qualità (26.9). Non ci resta che sperare di vedere MJ vincente anche nelle vesti di presidente!

Michael Jordan Press Conference

Luca Mazzella

Pacers-Heat: i dettagli faranno la differenza!

E’ da inizio dicembre che tutti si aspettano che la finale nella Eastern Conference sia nuovamente tra i Miami Heat e gli Indiana Pacers e stasera andrà in scena il primo atto di una serie che si prospetta essere lunga, dura e a tratti molto sporca. Le due squadre non si amano e non se lo mandano di certo a dire. Il vantaggio del campo è dei Pacers, è stato un loro obiettivo fin da inizio stagione in quanto convinti di poter battere sempre Miami in casa propria. Gli Heat non hanno invece preso molto sul serio questo aspetto, probabilmente certi della loro forza e del fatto di poter vincere anche in trasferta.

Nella postseason degli ultimi quattro anni, i Pacers sono 4-0 quando hanno il vantaggio del fattore campo e 1-3 senza. In particolare nelle partite contro Miami sono 8-5 in casa e 3-11 in trasferta. Questo potrebbe essere un punto in favore di Indiana, anche se sono 5-6 in casa nelle ultime 11 partite, ed il fattore campo non ha contato un granchè in questi Playoffs in quasi tutte le serie fino ad ora giocate. I Pacers sono 3-4 a Indianapolis ed i Miami Heat sono 3-1 in trasferta. Sarà sicuramente una serie tattica e i due coaches avranno da mettere sul piatto tutto il loro acume se vorranno portarla a casa.nba_u_heat11_1296x729-heat-pacersw

Primo problema da affrontare, quintetto “piccolo” o quintetto “grande” per Spoelstra? Gli Heat sono sicuramente più flessibili dei Pacers, e potranno usare James, Battier o Lewis da quattro con Bosh da centro. Questo significherà che Hibbert nella fase difensiva sarà portato lontano da canestro da Bosh, e non potrà giocare nella zona a lui più congeniale, scoprendo così Indiana in area pitturata. Nella metà campo offensiva però i Pacers potranno sfruttare i maggiori chili sotto canestro che il centrone ha rispetto a Bosh, servendolo con una certa continuità per trovare punti facili. Ovviamente anche la presenza di West incrementerà i centimetri sotto i tabelloni e mandare un po’ in emergenza gli Heat dal punto di vista dei rimbalzi, che già sono stati un problema durante la stagione.

Una carta a disposizione di coach Spoelstra potrebbe essere Udonis Haslem, che ha iniziato i Playoffs contro i Bobcats ma poi non ha trovato spazio contro la “small-ball” dei Nets. A quel punto si alzerebbe un pochino il quintetto degli Heat, e Haslem ha la durezza fisica e mentale per giocare in difesa sia su West che su Hibbert. In attacco non ti danneggia perché ha un buon tiro dalla media, sa prendere rimbalzi offensivi, sa ribaltare il lato e sa bloccare. NBA: Playoffs-Indiana Pacers at Miami Heat

Altro dato di cui tener conto è quale delle due squadre riuscirà a dettare il proprio ritmo. Gli Heat hanno la miglior efficienza offensiva della Lega, con 109 punti segnati per 100 possessi. Gli Indiana Pacers hanno la miglior efficienza difensiva, con appena 96.7 punti concessi per 100 possessi. A Miami piace correre, a Indiana no. Sarà interessante capire come i Pacers affronteranno la miglior difesa sui pick&rolls, dovranno sicuramente limitare le palle perse, soprattutto le “live turnovers”, ovvero quelle palle perse, recuperate dalla difesa, che permettono di andare in contropiede. Meno contropiede e transizione faranno gli Heat più i Pacers avranno possibilità di schierare la loro terrificante difesa. Ma tutto partirà dal modo in cui attaccheranno.

Per gli amanti di cabale e statistiche possiamo aggiungere che nel 2012 i Miami Heat hanno eliminato i Pacers in sei partite nel secondo turno. Nel 2013 ci sono volute sette partite per consacrare Miami vincitrice nella serie della ECF. Dal 1984, da quando nella NBA c’è il format dei Playoffs a 16 squadre, due squadre si sono incontrate per tre anni di fila in 22 occasioni. La stessa squadra ha vinto tre volte consecutivamente la serie solo in otto di queste ventidue. Cinque di queste squadre erano allenate da Phil Jackson, il miglior coach dal punto di vista motivazionale. Questo significa che, in trent’anni, soltanto tre squadre hanno vinto tre volte consecutivamente la serie contro la stessa contendente. Gli Heat potranno essere la quarta??? Spoelstra saprà dare le giuste motivazioni ai suoi giocatori? E i Pacers saranno abbastanza affamati da voler fare il definitivo salto di qualità? Il campo ci darà tutte le risposte, palla a due prevista per le 21,30.

Alberto Vairo (@albicoach)

NBA, bufera Sterling: il proprietario dei Clippers non ci sta e passa al contrattacco

La vicenda Sterling sembra non sgonfiarsi mai. A poco meno di tre settimane di distanza dall’intercettazione pubblicata dal sito scandalistico “TMZ”, l’avvocato di Sterling, Max Blecher, in una lettera recapitata all’NBA, ha difeso il suo assistito sostenendo che col suo atteggiamento questi non avrebbe violato alcuna norma del regolamento interno della Lega, e che soprattutto non gli sarebbe stato concesso un giusto processo, in nome della celerità e della voglia di infliggere una sanzione esemplare nel minor tempo possibile da parte del nuovo Commissioner Adam Silver.
Adam Silver

Se le richieste del legale di Sterling, che contesta anche la multa di 2,5 milioni di dollari da pagare entro e non oltre questa settimana, dovessero essere accolte, è chiaro che i tempi per la cessione (che diverrebbe obbligatoria con il consenso del 75% dei proprietari NBA) si allungherebbero e non poco, con consequenziale danno all’immagine della Lega e reazione a catena dei suoi personaggi più carismatici, cosa a cui Silver non vuole assolutamente arrivare (è recente l’indiscrezione secondo cui Lebron James sarebbe addirittura intenzionato a non scendere più in campo dal prossimo anno in una Lega con Sterling ancora al timone di una squadra). ifJk3DT4rNQISenza dimenticare le dichiarazioni della moglie di Sterling, che rivendica il suo 50% e il suo necessario consenso per qualsiasi azione sui beni di cui è comproprietaria, cosa che complica ulteriormente la faccenda.

La domanda sorge legittima: siamo tanto sicuri che, al di là delle dichiarazioni di facciata del legale, Donald Sterling a 80 anni non si voglia deliberatamente sbarazzare dei Clippers, evitando pubbliche svendite per non deprezzare il prodotto che per tanti anni è sembrato barzelletta della NBA e ora è una delle attrazioni più remunerative dell’intera Lega, passando dai 12,5 milioni di dollari di acquisto agli attuali 575?

 

Luca Mazzella

Indiana, il momento è adesso!

Gli Indiana Pacers sono in finale di conference per il secondo anno consecutivo. In questo primo mese di Playoffs, passando per due serie, su di loro si è detto di tutto ed il contrario di tutto.

NBA: Washington Wizards at Indiana Pacers Siamo passati dal dire “ma se giocano cosi questi dove vogliono andare??” subito dopo un’imbarazzante sconfitta, al “sono tornati, questa è la partita che li ha fatti svoltare!” dopo una buona vittoria. Ci siamo contraddetti numerose volte, e forse la chiave per capire questi Pacers non l’abbiamo ancora trovata. Quello che è abbastanza assodato è che le loro vittorie passano attraverso la loro difesa. E’ il loro punto di forza assoluto, e nella serie contro i Wizards è venuto fuori in modo palese. Nelle quattro vittorie hanno subito 79 punti di media, con un minimo di 63 ed un massimo di 92. Nelle due sconfitte, in gara-1 e 5, ne hanno subiti 102 in entrambe le partite. Sono assolutamente una squadra difensiva con un attacco stagnante, che però prende ritmo dalla difesa. Se non difendono, in attacco fanno fatica non solo a segnare, ma anche a tirare. Oltre che la difesa, hanno recuperato anche confidenza e fiducia in se stessi. Il Roy Hibbert impaurito ed insicuro visto ad inizio post season sembra ormai sparito, anche se in gara-5 contro Washington poteva far presagire di essere tornato quello della serie contro Atlanta. Ma il microcosmo dei Pacers gira attorno a lui. Se è presente con testa e corpo Indiana prende ritmo, e con lui a centro area, gli esterni sono più tranquilli. Paul George è ancora troppo discontinuo, alterna prestazioni da All Star ad altre dove francamente non si riesce a capire che cosa voglia fare, ma è l’uomo con più punti nelle mani e non può esimersi da certe situazioni. Il grande salto di qualità lo dovrà fare ora. David West è il vero leader dello spogliatoio, ieri sera ha preso in mano la squadra da vero veterano e l’ha portata alla vittoria, con punti, rimbalzi e soprattutto carisma. Dalla partenza di Granger lo spogliatoio è suo. Contro Miami, i Pacers, non possono fare errori o prendersi delle partite di pausa. Dovranno andare al massimo dell’intensità in ogni singola giocata. Sotto canestro hanno gli uomini per mettere in difficoltà i “piccoli” Heat. Anche se il ricordo di quell’ultima azione di gara-1 dello scorso anno, quando LBJ ha segnato un layup facile sulla sirena dando così la vittoria ai suoi con Hibbert seduto in panchina a guardare, è ancora fresco. Se Indiana vuole avere una speranza contro questi Heat, non deve commettere alcun errore. Sono passati attraverso un sacco di problemi per tutta la stagione, li abbiamo dati per morti tante, troppe volte, ma alla fine sono di nuovo lì a giocarsi una finale di conference. Sono indubbiamente la seconda forza ad est, ora sta a loro dimostrare di essere qualcosa in più. Non ci saranno seconde chiamate, il momento è arrivato, il momento è adesso. Alberto Vairo (@albicoach)

NBA Playoffs: OKC vince gara-6 per 104-98 e si aggiudica le Finals di WC!

I Clippers erano partiti alla grande, stanotte: se avessero conquistato gara-6, la serie sarebbe stata probabilmente in pugno, nonostante la bella ad OKC. Ma ad un certo punto KD decide di indossare il vestito da MVP e chiude la faccenda qualificazione, schiantando LA con la bellezza di 39 punti.

Primo tempo a forti tinte Clippers: il quarto iniziale si chiude con solo 3 punti per Durant e un parziale di 16-30 per i padroni di casa, mentre nel secondo si alternano break di entrambe i team, con OKC che piazza un 13-2 condito da tre triple a ripetizione di Durant (che si va scaldando), LA che risponde riportandosi sul +14 (36-50) e OKC che piazza altri 6 punti sul finale per chiudere sul 42-50 all’intervallo lungo. Al rientro dall’intervallo Durant si scatena, fa 10 punti in 5 minuti e 14 in totale, riportando il punteggio in parità alla fine del terzo quarto: 72-72, tutto da rifare per i Clippers. La gara ricomincia da zero, ma OKC ha una spinta in più: si resta in equilibrio fino all’80 pari, ma poi KD da una sterzata netta dalla quale LA non si riprenderà più, fa 7 punto in meno di un minuto e costringe i Clippers ad arrancare. Chris Paul si mette come sempre la squadra sulle spalle e riesce con parecchi sforzi a riportarsi due possessi di svantaggio (97-93) a 49″ dal termine (assist per Barnes), ma da lì in poi la liturgia dei tiri liberi (tutti su falli di J. J. Redick) consegnerà la gara, la serie e le Finals ad OKC.

“Oklahoma City l’ha meritato, assolutamente” ha dichiarato Chris Paul a fine gara. “Ma noi abbiamo una squadra davvero forte. E’ folle. Giochi per tutta la stagione e riesci a capire solo nell’ultima manciata di gare come sia davvero la tua squadra e come debba giocare. E’ folle che sia finita”.NBA: Golden State Warriors at Los Angeles Clippers

Oklahoma City Thunder @ Los Angeles Clippers 104-98

Clippers: Paul (25 pts, 9/18, 11 ast, 7 reb), Griffin (22 pts, 8 reb, 8 ast), Redick (16 pts), Jordan (9 pts, 15 reb), Barnes (9 pts).
Thunder: Durant (39 pts, 5/8 da tre, 16 reb, 5 ast), Westbrook ( 19 pts, 12 ast), Jackson (14 pts, 4/8), Adams (10 pts, 11 ast).

Pacers @ Wizards 93-80: Indiana raggiunge Miami, la corsa di Washington si ferma qua

Gli Indiana Pacers centrano la loro seconda finals di Conference consecutiva con una prestazione decisa a Washington, dopo la brutta figura rimediata in casa, ad Indianapolis, appena due giorni fa: sembrano due squadre totalmente differenti quelle di gara-5 e gara-6, ed è proprio questo che preoccupa l’head coch Vogel in vista della sfida importantissima contro i campioni in carica.

image

La sfida del Verizon Center parte bene e finisce anche meglio per i Pacers: i Wizards mostrano sin da subito di non essere in giornata con i giochi da tre punti e sbagliano tantissime triple. Ci pensa anche John Wall, non proprio in serata di grazia, a dare la mazzata alle speranze di Washington di pareggiare la serie e giocarsi il tutto per tutto ad Indianapolis in gara-7. Ma non ci saranno gare-7 in queste Semifinals: i Pacers infatti partono a razzo con Lance Stephenson sugli scudi, che trascina i compagni.
Un breve black out costa un po di spavento per Larry Bird ed i tifosi dei Pacers: i Wizards riescono a fare un parizale da 9-2 e ribaltano la situazioe, comandando la gara nell’ultimo quarto. Ma lo sforzo non serve poi a molto, visto che Indiana ha un West davvero ispirato che punisce ad ogni occasione la difesa dei padroni di casa, chiudendo con 29 punti.
Finisce 93-80 per Indiana: le Finals di Conferece li attendono!

@MarkTarantino89