Non si può negare che i Thunder ci abbiano provato: nella prima gara delle Finals di Western Conference tra San Antonio e Oklahoma City, com’era prevedibile, il team di Popovich ha letteralmente sovrastato, per forza, esperienza e solidità il team di Scott Brooks, anche se, con Ibaka in campo (fermo per una lesione muscolare al polpaccio sinistro) la musica sarebbe stata sicuramente diversa. A dispetto dei suoi 38 anni, Tim Duncan ha giocato una partita da condottiero puro, segnando 27 punti in 29 minuti, spingendo il resto del team nelle pochissime situazioni di stallo e facendosi trovare sempre al posto giusto al momento giusto. Aggiungete poi un Tony Parker col coltello tra i denti (con certe giocate da spiritello maligno) e un Danny Green che mette 4 bombe su 5, e il successo è servito (speriamo non lo sweep, per il bene dello spettacolo).
San Antonio pigia sull’acceleratore già dal primo quarto, arriva fino al parziale di 9-20 (con 10 punti di Timmy in 7 minuti) prima che OKC possa cominciare a giocare, ma i Thunder rispondono, e con i primi 3 punti di D-Fish, entrato per Westbrook, chiudono il primo quarto sul punteggio di 27-30 per gli Spurs. Si torna in campo, e la battaglia si accende: OKC ci crede, Fisher si mette i compagni sulle spalle e gioca come un ragazzino (l’etica del lavoro), ma dall’altro lato cominciano a piovere le bombe di Green, Tony Parker gira come un matto, e sul 46-52 San Antonio piazza un break di 11-2 inaugurato da Splitter e consacrato da un Parker scatenatissimo. Sul 48-63, finalmente, KD mette una luce tripla nel buio prima del time out, e al rientro Perkins e Jackson scuotono gli ospiti, tentando di ricucire lo strappo, e si portano sul 59-67. Un dato su tutti scrive a chiare lettere la parola Ibaka su questa gara: San Antonio a metà gara aveva segnato il 62% dal campo con 40 punti su 67 segnati dal pitturato, contro il 48% di Oklahoma (con soli 18 punti su 59 arrivati dall’interno dell’area).
Nel terzo quarto però i Thunder ritrovano lo splendido duo, il tandem Durant-Westbrook, che mette a segno 21 dei 23 punti segnati da OKC nel terzo parziale e portano addirittura al vantaggio degli ospiti: nei minuti centrali i due fanno 17 punti, contro i 5 di San Antonio, e si portano sul 76-75, ma poi gli Spurs li ricacciano indietro di prepotenza con un break di 12-2 e chiudono il terzo quarto sul punteggio di 82-89. Nell’ultima frazione San Antonio decide di piazzare subito l’affondo decisivo per chiudere definitivamente le danze e si porta sul +13 a metà quarto (90-103), per poi amministrare con tranquillità i minuti rimanenti. Al suono della sirena il punteggio finale si fissa sul 105-122 per i padroni di casa, che si aggiudicano, meritatamente, gara-1.
Prossimo appuntamento: domani notte, sempre alle 3.00 italiane, sempre all’AT&T Center di San Antonio, Texas.
Buono l’impatto di Marco Belinelli al match: col suo ingresso in campo, tra secondo e ultimo quarto, diventa il primo italiano della storia a giocare una gara dei PO! Registra 5 punti, 2 rimbalzi e 3 assist in 16 minuti.
MVP di serata: Tim Duncan, impossibile non dire altrimenti, in una serata storica per The Big Fundamental, che, con Ginobili e Parker raggiunge quota 110 vittorie ai PO, eguagliando il record di tutti i tempi di Johnson, Abdul-Jabbar e Cooper come trio più vincente in postseason.
Una postilla a parte per D-Fish, che, alla soglia dei 40, lì lì per sedersi su una particolare panchina di NYC, lotta ancora come un leone e segna la bellezza di 16 punti con 4 triple su 6 e 4 liberi su 4 mandati a segno.
Numeri
Thunder: Durant (28 pts, 9 reb, 5 ast), Westbrook (25 pts, 7 ast, 5 reb), Fisher (16 pts, 4/6 da tre), Jackson (13 pts).
Spurs: Duncan (27 pts, 7 reb, 3 ast), Ginobili (18 pts, 3/4 da tre), Green (16 pts, 4/5 da tre), Leonard (16 pts, 6 reb), Parker (14 pts, 12 ast).
OKC: 46.3% (37-80) da due, 44.4% (12-27) da tre, 82.6% (19-23) ai liberi.
San Antonio: 57.5% (50-87) da due, 52.9% (9-17) da tre, 76.5% (13-17) ai liberi.
Serie: San Antonio-Oklahoma City 1-0
Virginia Sanfilippo, @sanfi_fm